Introdotto per la prima volta nella fine degli anni '90 e diventato nel tempo uno standard per la trasmissione dei dati a breve distanza, il termine Bluetooth è ormai conosciuto da tutte le persone che posseggono un dispositivo mobile. E no, non solo per le ultime vicende circa la vulnerabilità di alcuni dispositivi Android.
E così come per decine di brand ormai famosi in tutto il mondo, anche le origini del nome della tecnologia radio che ormai si utilizza nella vita di tutti i giorni per connettere (tra le altre cose) gli auricolari wireless e gli smartwatch, ha una storia tutta sua.
Le origini del nome Bluetooth
Nonostante in molti colleghino il termine Bluetooth al colore della sua icona di riferimento, in realtà le origini del nome di questa diffusissima tecnologia radio non hanno nulla a che fare con l'immagine che è stata pensata per rappresentarla: per capire come è nato il nome Bluetooth bisogna tornare indietro nel tempo di oltre 1000 anni, ed andare nella Danimarca della seconda metà del ‘900.
Perché è proprio dal nome del Re che unificò il frammentato regno di Danimarca e Norvegia tra il 935 e il 985, Harald "Blåtand" Gormsson (Aroldo I di Danimarca), che deriva il termine Bluetooth: pare che lo standard sia ideato e presentato dall'ingegnere di Intel Jim Kardach proprio mentre stava leggendo il romanzo "The Long Ships" di Frans Gunnar Bengtsson, tra i cui personaggi compare proprio il Re danese chiamato, in una versione anglicizzata, Bluetooth.
Le origini dell'icona
E come se non bastassero i riferimenti storici circa le origini del nome, anche l'icona del Bluetooth porta con sé una serie di curiosità molto interessanti, sempre collegate alla Scandinavia di quegli anni. Ufficializzata nel 1999 dal Bluetooth Special Interest Group, la criptica icona che ormai tutti conoscono e che associano ad una sorta di ovale di colore blu, in realtà nasconde un significato nascosto: è la sigla di Harald Bluetooth scritta in rune scandinave.
