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Perché il CEO di TikTok si è dimesso dopo meno di 6 mesi

Il numero uno dell’app di condivisione video arrivava da Disney con la missione di trasformare la piattaforma da fenomeno del momento a vera e propria potenza del mondo dei social network. Le dimissioni sono arrivate dopo pochi mesi a causa dei problemi che l’app sta avendo con il governo degli Stati Uniti.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Kevin Mayer, il numero uno di TikTok, si è dimesso dalla sua posizione alla guida della piattaforma social più popolare del momento. La notizia è giunta da un comunicato e rappresenta l'ennesimo colpo per un'azienda che in queste settimane è stata accusata di essere al soldo del governo cinese e per questo costretta a vendere le proprie attività statunitensi a una società con sede negli USA. Il clima di ostilità attorno a TikTok in effetti ha costituito un fattore determinante nella scelta dell'ormai ex Ceo, che proveniva da Disney e guidava l'azienda da pochi mesi. "Negli ultimi mesi il clima politico ha modificato in modo significativo il ruolo che Kevin avrebbe dovuto ricoprire da qui in avanti e rispettiamo pienamente la sua decisione", ha chiarito la nota dell'azienda prima di ringraziarlo per il suo breve operato.

Perché Mayer ha abbandonato TikTok

Effettivamente il piano di Mayer non era quello di guidare un'azienda bersagliata dalla diffidenza e dall'aperta ostilità del governo statunitense. All'interno di Disney il manager ha supervisionato il lancio del servizio in abbonamento Disney+ e lavorato sulle acquisizioni di alcune tra le importanti case cinematografiche che ora fanno parte del conglomerato. Unitosi a TikTok soltanto a maggio di quest'anno, Mayer avrebbe dovuto rafforzare la posizione della piattaforma per trasformarla da fenomeno del momento a vera e propria potenza del mondo dei social network.

La posizione di TikTok in realtà ha iniziato a peggiorare già da prima dell'arrivo di Mayer, ovvero quando l'app — similmente ad altre realtà cinesi — è finita nel mirino dell'amministrazione Trump in quanto sospettata di rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. L'accusa formulata nei confronti dell'app è quella di raccogliere i dati degli utenti senza garanzie di poterli tenere al sicuro dalle richieste del governo di Pechino; lo sviluppatore di TikTok, ByteDance, ha sempre negato ogni addebito al riguardo, che nel tempo si sono fatte però sempre più insistenti e provenienti da svariati rami del governo statunitense, fino all'ordine esecutivo del presidente Trump di inizio agosto che la sta forzando l'app vendere le sue attività in USA.

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