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Perché la nuova schermata iniziale di WhatsApp sta infastidendo gli utenti

In molti stanno scoprendo solo in questi giorni che WhatsApp è di proprietà di Facebook. L’acquisizione è avvenuta nel 2014, ma a rendere chiaro come stanno le cose da qualche giorno c’è la nuova schermata di avviamento dell’app, che però non tutti gli utenti stanno apprezzando particolarmente.
A cura di Lorenzo Longhitano
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L'acquisto di WhatsApp da parte di Facebook è stato uno dei colpi più fruttuosi in tutta la storia del gruppo, eppure ancora in molti non sono al corrente del fatto che la piattaforma di messaggistica istantanea sia nelle mani di Mark Zuckerberg dal 2014. Per questo motivo Facebook ha deciso di includere nelle ultime versioni di WhatsApp una schermata iniziale di caricamento leggermente più lenta rispetto al passato, che include oltre al logo dell'app anche la dicitura "From Facebook" a chiarire che i responsabili del servizio sono gli stessi del social network blu e di Instagram. L'idea però non essere andata particolarmente a genio ad alcuni utenti: a poche settimane dal debutto della novità, sui social non mancano infatti i commenti di chi rinfaccia questa decisione ai vertici della società, arrivando a minacciare di cancellare l'app.

Sui social gli iscritti scontenti lamentano due cose. In primo luogo c'è la lentezza con la quale la schermata iniziale di caricamento sparisce dopo l'apertura dell'app; inoltre, il fatto che il gruppo Facebook voglia precisare di essere coinvolto nello sviluppo dell'app, viene percepito come un'intrusione indebita. In realtà si tratta di lamentele mal dirette: la schermata di caricamento che l'app costringe a osservare sparisce in una frazione di secondo e si manifesta soltanto quando l'app non è già presente in memoria (ovvero molto di rado); inoltre il gruppo Facebook ha tutto il diritto di rivendicare la proprietà di una piattaforma che — a differenza del social da cui prende il nome — è universalmente apprezzata.

Il problema forse è proprio questo: è possibile che la società che fa capo a Mark Zuckerberg non voglia più essere associata soltanto a un prodotto — Facebook — occasionalmente afflitto da problemi di privacy e tossicità, e che per questo voglia sottolineare il proprio ruolo nello sviluppo di piattaforme non ancora toccate dai problemi del social in blu. D'altro canto — almeno in questi casi sporadici — l'effetto ottenuto sembra essere l'opposto, con la reputazione di Facebook che rischia di inquinare quella di WhatsApp. Se la schermata sia destinata a scomparire da WhatsApp sull'onda delle critiche, poco importa: il gruppo ha già dichiarato da tempo di avere intenzione di rendere le sue tre piattaforme principali sempre più unite tra loro, e la volontà di puntare sul brand Facebook anche all'interno di WhatsApp e Instagram è stata manifestata troppo recentemente (e per motivi troppo importanti) per una marcia indietro in questo senso.

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