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Perché Mark Zuckerberg non può mettere piede in Canada

Il parlamento canadese ha votato una mozione per la quale il numero uno di Facebook riceverà un ordine di comparizione non appena metterà piede nel Paese. Al centro del provvedimento la mancata risposta del numero uno di Facebook nei confronti di un invito a comparire davanti a un comitato di legislatori internazionali a Ottawa.
A cura di Lorenzo Longhitano
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La prossima visita di Mark Zuckerberg in Canada potrebbe non essere particolarmente piacevole. In queste ore infatti il parlamento canadese ha votato una mozione per la quale il numero uno di Facebook riceverà un ordine di comparizione davanti all'organo legislativo del governo non appena metterà piede nel Paese. La vicenda nasce nella giornata di martedì, quando Zuckerberg era atteso – insieme alla direttrice operativa della società Sheryl Sandberg – per una udienza di fronte a un comitato di legislatori internazionali, radunatisi per discutere dello spinoso tema della relazione tra big data e democrazia; i due però non si sono presentati, provocando la reazione dei membri del comitato sfociata poi nel provvedimento votato in queste ore.

Quella che si è tenuta martedì del resto non era una udienza comune: intanto perché si è parlato di un tema dal quale Zuckerberg si è dichiarato molto coinvolto, ma soprattutto per la presenza di legislatori provenienti da quattordici Paesi in tutto il mondo. A loro i vertici di Facebook avrebbero dovuto fornire tra le altre cose la propria testimonianza in merito allo scandalo Cambridge Analytica, per il quale Zuckerberg è già dovuto comparire al cospetto del Congresso degli Stati Uniti e al parlamento europeo; anziché presentarsi di persona però i due dirigenti della piattaforma hanno inviato al loro posto come portavoce i responsabili delle politiche locali e globali della società.

La reazione del comitato è comprensibile: i due del resto avevano ricevuto più di un avviso relativo alla richiesta della loro presenza, e ignorarla è stato dunque un atto deliberato. Inoltre lo stesso Zuckerberg in più di una occasione (comprese queste ultime ore) ha manifestato la propria volontà di lavorare con i governi di tutti i Paesi in cerca di una soluzione ai problemi legati all'equilibrio tra libertà di espressione e controllo delle fake news e dei contenuti che incitano all'odio.

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