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Perché oltre a coprire le fotocamere del PC dovresti fare lo stesso con quelle degli smartphone

Fino a pochi anni fa era considerato strambo, ma ora sono in molti a proteggere la fotocamera del proprio laptop con nastro adesivo o accessori specifici, e soluzioni simili sono integrate in altoparlanti smart e sistemi di sorveglianza interni. Dei problemi di privacy posti dagli smartphone però sono pochi a preoccuparsi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Da tempo ormai coprire le fotocamere a bordo dei laptop per proteggere la propria privacy da eventuali hacker non è più considerata una pratica così bizzarra, tanto che chi lo desidera non deve più necessariamente utilizzare il nastro adesivo per farlo, ma può affidarsi a diversi produttori che vendono accessori da fissare ai telai dei portatili per permettere di oscurarne l'obbiettivo quando non è in uso. Lo stesso ragionamento però sembra non essersi esteso alle fotocamere frontali degli smartphone, anche se per alcuni esperti di sicurezza varrebbe la pena di prendere l'eventualità in considerazione.

L'ultimo a incoraggiare una riflessione al riguardo è un giornalista di Mashable, che solleva un punto valido: chi teme che la propria riservatezza sia messa a rischio da una fotocamera montata a bordo di un computer dovrebbe preoccuparsi anche dei dispositivi a bordo di gadget sicuramente più presenti nella vita quotidiana come gli smartphone. L'esempio portato è quello del bug di Facetime di qualche mese fa: un errore di programmazione che ha permesso a chiunque ne fosse a conoscenza di spiare audio e video provenienti dai prodotti Apple chiamati utilizzando proprio la piattaforma di telefonia di Apple, senza che le vittime ne fossero a conoscenza. Non che su Android la situazione sia migliore: le ultime vicende relative ai trojan di stato ricordano che prendendo il controllo del sistema operativo di un dispositivo un attore esterno può faregli fare qualunque cosa.

E per quanto scenari del genere siano comunque remoti, non stupisce più che gli utenti più sensibili al tema possano volere a disposizione dei metodi per bloccare il flusso di informazioni in entrata verso il telefono dai microfoni e dalle fotocamere. Il problema è che sugli smartphone il nastro adesivo non basta: intanto la fotocamera frontale viene utilizzata molto più spesso di quella a bordo dei laptop, il che costringerebbe chi vuole ricorrere a una soluzione simile a cambiare il nastro di frequente; la pezza applicata inoltre non è delle più eleganti per un tipo di prodotto a contatto con il mondo esterno più di quanto non lo sia un computer portatile.

Eppure altre categorie di prodotto più moderne rispetto agli smartphone nascono con protezioni simili già integrate: gli altoparlanti digitali di Google e Amazon hanno un interruttore apposito che spegne il microfono dei dispositivi, mentre Facebook (il cui numero uno ha ammesso di far parte del club del nastro adesivo sul laptop) ha messo in commercio un dispositivo per le videochiamate provvisto proprio di un otturatore per coprire la fotocamera frontale.

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