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Perché su iOS 13 decine di app chiedono l’accesso al Bluetooth

Con l’installazione della nuova versione di iOS molte app hanno iniziato a chiedere di poter utilizzare il noto chip per le comunicazioni wireless. Il motivo è semplice: prima potevano farlo con molta più libertà e autonomia, in alcuni casi approfittandone per ottenere informazioni preziose dalle abitudini degli utenti.
A cura di Lorenzo Longhitano
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In queste ore l'aggiornamento a iOS 13 degli iPhone di Apple sta arrivando sui dispositivi di decine di milioni di persone in tutto il mondo. Il software porta numerosi cambiamenti e nuove funzionalità, ma per il momento sta rivelando un fatto curioso a chi l'ha già scaricato: decine delle app già installate sul telefono da tempo hanno iniziato a chiedere l'accesso al Bluetooth con messaggi popup che compaiono alla loro apertura. Per di più le notifiche arrivano non solo da app che usano d'abitudine il sistema di comunicazioni wireless, ma anche da app per le quali lo scopo della richiesta non è chiaro.

I messaggi fanno parte delle novità a tema privacy che Apple ha introdotto in iOS 13. La nuova versione del sistema operativo avviserà gli utenti ogni volta che le app tenteranno di ficcanasare tra le loro informazioni sensibili cercando di non dare nell'occhio: chiederà ad esempio di concedere o negare il permesso alle app che chiedono accesso alla posizione GPS, e avviserà comunque quando queste ultime accederanno a tali informazioni troppo spesso.

Neanche il Bluetooth da questo punto di vista è innocuo, e può essere utilizzato a scopo pubblicitario. Il sistema di comunicazioni wireless può ad esempio essere utilizzato per tracciare la posizione e le abitudini degli utenti utilizzando i cosiddetti beacon, ovvero antenne trasmittenti posizionate all'interno di negozi e punti vendita, le quali — comunicando con il telefono — possono rivelare alle app eventuali visite del proprietario. Secondo alcuni inoltre il Bluetooth potrebbe essere stato impiegato da Facebook come elemento per suggerire con più efficacia le "persone che potresti conoscere" sul suo social: proprio l'app di Mark Zuckerberg del resto fa parte delle decine di software che stanno generando questo tipo di messaggi dall'uscita di iOS 13.

In tutto ciò, va chiarito che le app in questione non hanno modificato improvvisamente il loro comportamento: semplicemente, iOS 13 ha iniziato a denunciare questa pratica, esattamente come farà Android 10 nell'immediato futuro. Alcune app poi chiedono questo permesso in modo legittimo, addirittura spiegando le proprie ragioni nel messaggio di avviso che appare contestualmente alla richiesta. Decidere di quali software fidarsi ora starà agli utenti: i più sensibili al tema della privacy possono tranquillamente negare il permesso di accedere a Bluetooth e GPS di app che a rigor di logica non dovrebbero usarli, oppure concedere queste autorizzazioni solo volta per volta; se poi il funzionamento dei software dovesse risentirne, possono comunque cambiare idea dalle impostazioni del telefono.

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