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Presentato il Mate 30 Pro: una dimostrazione di forza di Huawei che, per ora, non puoi comprare

Nonostante il ban USA, Huawei continua dritta per la sua strada e manda un messaggio chiaro e conciso: probabilmente, dei nuovi Mate 30 Pro ne saranno venduti davvero pochi, l’azienda non si arrende e si conferma come un’azienda forte e in grado di proseguire sulla sua strada ormai piena di ostacoli.
A cura di Dario Caliendo
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Siamo a Monaco, in un clima pieno di punti interrogativi. Richard Yu sale sul palco, stranamente (o forzatamente) tranquillo per presentare i nuovi Mate 30, Mate 30 Pro e Mate 30 Vegan Leather. Ma, permettetemi di dirlo, quello che sta succedendo è davvero un peccato. Lo è perché il nuovo smartphone del colosso cinese merita (e anche molto) ed introduce novità interessanti. E lo è anche perché sostanzialmente, ad oggi, non si ha ancora nessuna notizia circa la data di vendita in Italia (e in tutta Europa) e no, non integra tutte le Google apps.

Ma sono proprio questa mancanza e la testardaggine (permettetemi il termine) di Huawei nel presentare, nonostante tutto, i suoi nuovi smartphone che fanno arrivare un messaggio chiaro e conciso: nonostante probabilmente di Mate 30 Pro ne saranno venduti davvero pochi, l'azienda non si arrende e si conferma forte e in grado di proseguire sulla sua strada ormai piena di ostacoli.

Le caratteristiche tecniche

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In arrivo entro la fine del 2019, il Huawei Mate 30 Pro è l'evoluzione dell'apprezzatissima serie dei top di gamma dell'azienda, dotato di processore Kirin 990, fino ad 8 GB di memoria RAM e un display come non l'avete mai visto. Dopo mesi e mesi di rumor e battage pubblicitario e dopo il ban imposto dall'amministrazione Trump, anche quest'anno Huawei conferma che la collaborazione con Leica non è stata un'avventura ma, in un certo senso, per la prima volta il colosso di Shenzen è stato costretto ad effettuare un cambio di rotta non indifferente: quelli della nuova serie Mate 30 sono i primi smartphone a portare con sé i postumi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina e a non integrare alcun servizio o applicazione sviluppato da Google. Niente Gmail, Google Maps e (soprattutto) niente Play Store dal quale scaricare le applicazioni. Le app rimarranno scaricabili tramite l'App Gallery dell'azienda, nella quale però difficilmente vedremo mai disponibili piattaforme come WhatsApp, Facebook o Instagram.

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Dotato di un design molto simile a quello già visto nel Mate 20 Pro, nel nuovo top di gamma di Huawei sono stati eliminati praticamente tutti i tasti fisici, fatta eccezione per quello dell'accensione, a favore di un sistema di controllo che avviene tramite delle gesture da effettuare sui curvatissimi bordi dello schermo Horizon Display (curvi quasi di 90 gradi); per alzare o abbassare il volume è infatti necessario eseguire un doppio tap su uno dei bordi ed abbassare o alzare il dito. Anteriormente sono invece presenti tutti i sensori 3D per lo sblocco con il volto (un sistema molto simile al FaceID di Apple) e la fotocamera frontale.

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Il processore che anima il Mate 30 Pro è il Kirin 990, il nuovo SoC realizzato con sistema produttivo a 7 nanometri dall'azienda, e che utilizza l'architettura NPU Da Vinci, nella quale viene sfruttato un coprocessore dedicato all'intelligenza artificiale quad core (big.LITTLE). In soldoni, questa nuova CPU è in grado di garantire prestazioni maggiori – anche nei calcoli AI – a fronte di un consumo energetico più gestibile e meno avido.

Disponibile anche in versione 5G e nelle colorazioni Space Silver, Emerald Green, Cosmic Purple e Black, all'interno di Huawei Mate 30 Pro alloggia anche una batteria da 4500 mAh che supporta la ricarica wireless inversa e che grazie al caricabatterie SuperCharge da 40W si ricarica molto rapidamente.

La nuova fotocamera

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Le fotocamere del nuovo Huawei Mate 30 Pro sono quattro, sono racchiuse in un camera bump circolare e tutte hanno uno scopo ben preciso. Oltre al sensore ToF, utile per il calcolo della profondità volumetrica dell'inquadratura, il comparto fotografico del top di gamma del colosso di Shenzen sfrutta una fotocamera Cine da 40 megapixel, una fotocamera SuperSensing da 40 megapixel e uno zoom ottico 3x da 8 megapixel.

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Nomi molto "cinematografici", che hanno un significato ben preciso: la SuperSensing è una tecnologia che sfrutta (contemporaneamente) la fotocamera wide e la fotocamera ultra-wide per lo scatto delle foto e che, almeno sulla carta, dovrebbe catturare il 40% di luminosità in più e permettere scatti ad un ISO massimo di 409.600; la fotocamera Cine è invece dotata di un sensore da 1/1,54 pollici in grado di raggiungere un ISO nei video di 51.200 per prestazioni migliori in condizioni di scarsa luminosità e la registrazione di slowmotion a ben 7680 fps. Tutte le fotocamere, eccetto quella ultra-grandangolare, sono stabilizzate otticamente ed elettronicamente.

Il software e la data di vendita: niente Google Apps e molte incertezze

E così nonostante il ban USA Huawei ha presentato uno smartphone Android, anche se privo delle Google Apps. In soldoni, nel nuovo dispositivo del colosso di Shenzen non saranno presenti app come Gmail, Maps o il Play Store, tantomeno tutti i Google Play Services necessari per utilizzare alcune delle app più diffuse.

Ma partiamo con un presupposto importante: il sistema operativo continua ad essere Android. Una versione open source dell'OS, sulla quale cui è possibile installare manualmente tutte le applicazioni compatibili con gli altri smartphone e nella quale Huawei ha inserito un proprio App Store, che però per gli utenti europei potrebbe risultare poco interessante.

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Il punto di tutta la questione in effetti è questo. Soprattutto in Europa, avrebbe senso acquistare uno smartphone sul quale non sono presenti le applicazioni di Google? Probabilmente no, e questo Huawei lo sa bene. Certo, è possibile installare manualmente tutto il necessario per utilizzare WhatsApp, Facebook, Instagram, Maps e tutte le altre applicazioni, ma un utente medio è disposto a spendere una cifra da top di gamma per poi dover smanettare per utilizzare le proprie app preferite? Probabilmente no.

Per questo Huawei, almeno per l'Italia e l'Europa, non ha fornito alcuna data di vendita certa. L'azienda ha promesso di introdurre nel mercato il suo nuovo smartphone entro la fine del 2019 con la speranza, magari, che le tensioni con gli Stati Uniti si risolvano e che il dispositivo possa essere venduto con tutte le app e i servizi necessari anche per gli esigenti utenti europei. Sul prezzo, invece, abbiamo già conferme: 1.099 euro per la versione da 256 GB di memoria interna e 8 GB di RAM.

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