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Recensione Huawei Mate 20 Pro: lo smartphone top di gamma

Il nuovo top di gamma di Huawei è un vero e proprio salto generazionale. Schermo al top, nuova fotocamera a tre lenti con ottica grandangolare, intelligenza artificiale efficiente e (finalmente) utile anche all’utente finale. Insomma, un vero puro sangue e, probabilmente, il migliore smartphone Android attualmente disponibile. Almeno sulla carta.
A cura di Dario Caliendo
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Partiamo con un presupposto: il Huawei Mate 20 Pro è probabilmente il miglior smartphone di quest'anno. Almeno sulla carta. E, almeno sulla carta, rappresenta un punto di convergenza tra la nuova serie P, che con il P20 Pro ha fatto un enorme salto generazionale, e la serie Mate dell'anno scorso. E, proprio per questi due motivi, il nuovo Huawei Mate 20 Pro da un certo punto di vista rappresenta una sorta di controsenso che, appena l'ho impugnato, mi ha fatto sorgere una domanda: che senso ha produrre la serie P, quando nella serie Mate c'è tutto quello che dovrebbe avere un top di gamma? Il prezzo, certo, ma chi acquista uno smartphone del genere probabilmente vuole il meglio. E, il meglio, è senza dubbio nel Mate 20 Pro. Almeno sulla carta.

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Design e materiali

Prendete il ricordo che avete del Mate 10 Pro, e cancellatelo. Il design del Huawei Mate 20 Pro non prende praticamente alcun aspetto della generazione precedente. È un netto cambio di rotta, che vede un vetro curvo sia anteriormente che posteriormente, con al centro un sottilissimo profilo metallico. Nei colori blu e verde il nuovo smartphone di Huawei utilizza una nuova zigrinatura molto bella al tatto e che aumenta il grip, non presente nella colorazione nera o in quella twilight. Tutti i tasti hanno un ottimo feedback e quello d'accensione rosso, posto sul lato destro, è un bellissimo tocco di stile: mi chiedo perché Google non abbia pensato ad una cosa simile anche nel suo Pixel 3 XL nero.

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Rispetto al Mate 10 Pro lo spessore è sensibilmente diminuito e nonostante si tratti di un dispositivo più grande anche del P20 Pro, la larghezza è più ridotta, grazie al display curvo in entrambi i lati e al rapporto 19:9. È chiaro che, a prima vista, il Huawei Mate 20 Pro porta con se un po' della scuola di Samsung, assomigliando moltissimo alla famiglia Galaxy S9, ma il notch anteriore, la fotocamera quadrata posteriore e alcune piccole "sciccherie", evidenziano che quelli di Huawei hanno lavorato proprio su ogni particolare di design, ottenendo un ottimo risultato.

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La batteria da 4200 mAh, con supporto alla ricarica veloce da 40W e la ricarica wireless è stata una vera scoperta. Anche se abbiamo utilizzato il Mate 20 Pro con un software non definitivo, l'autonomia è stata più che soddisfacente. È talmente potente che quelli di Huawei hanno pensato di introdurre la ricarica wireless inversa, con la quale il Mate si trasformerà in una vera e propria power bank wireless che permetterà di ricaricare tutti gli altri dispositivi che supportano questa tecnologia.

Hardware

Il processore che anima il nuovo Huawei Mate 20 Pro è un Kirin 980 octa core, affiancato da 6GB di RAM, una GPU Mali G76 e una doppia NPU per l'intelligenza artificiale, che alza ancora di più l'asticella per l'azienda cinese. E lo fa non solo nelle prestazioni generali di sistema, siamo ormai a livelli talmente alti che le prestazioni sono al top in qualsiasi tipologia d'utilizzo, ma anche in tutti i calcoli derivanti dall'intelligenza artificiale: con questo nuovo processore sarà possibile, ad esempio, applicare effetti ai video in tempo reale con risultati ottimi.

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E siamo al top anche per quanto riguarda le metodologie di sblocco. Il sensore per le impronte digitali è invisibile ed è integrato sotto lo schermo, le prestazioni sono ottime anche se leggermente inferiori rispetto ai sensori tradizionali. Poco male, perché nel notch integrato sulla parte superiore del display sono nascosti i sensori per lo sblocco 3D del volto, un sistema talmente veloce che non ci darà praticamente quasi mai la necessità di utilizzare le impronte digitali: in pochissimi istanti lo smartphone riconoscerà il proprietario e si sbloccherà.

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Manca l'ingresso per le cuffie con il cavo, ma è presente la porta ad infrarossi per utilizzare il Mate 20 Pro come telecomando universale e, guardando dettagliatamente il design del dispositivo, si noterà immediatamente un'altra mancanza: non ci sono i fori per gli speaker del vivavoce. Ma no, ovviamente il Mate 20 Pro non è uno smartphone senza altoparlanti, in realtà quelli di Huawei hanno pensato ad una soluzione mai vista prima: l'audio esce dalla porta USB-C, con una qualità piuttosto soddisfacente, ma con un enorme problema. Quando si impugna lo smartphone appoggiandolo sul mignolo, molto probabilmente il dito andrà a coprire la porta, impedendo al suono di uscire correttamente.

Fotocamera

Il dibattito sulla fotocamera del Huawei Mate 20 Pro potrebbe essere lunghissimo. Il nuovo smartphone dell'azienda cinese integra un sistema a tre fotocamere, sempre in collaborazione con Leica, due delle quali (quella da 40 megapixel ƒ/1.8 e lo zoom 3x da 8 megapixel ƒ/2.4 stabilizzato otticamente) provengono direttamente dal P20 Pro. La terza, invece, è tutta nuova per Huawei: si tratta di un'ottica grandangolare da 20 megapixel ƒ/2.2, che va a sostituire il sensore monocromatico, e che gode di tutte le funzionalità dell'intelligenza artificiale. Molto bene la sfocatura nella modalità ritratto e molto particolare la super macro che si attiva in automatico con l’AI per scattare foto a 2,5 centimetri.

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In condizioni di buona luminosità, le foto scattate con qualsiasi delle tre fotocamere del Mate 20 Pro sono di ottima qualità, prese singolarmente sembrano tutte ben bilanciate sia nei bianchi che nella saturazione (quando non entra in gioco l'AI), ma viste nel complesso però soffrono tutte di un piccolo problema: il bilanciamento del bianco risulta piuttosto diverso con ognuna delle fotocamere.

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Ma è in condizioni di scarsa luminosità che i Mate 20 Pro da il meglio. E proprio come abbiamo visto sul P20 Pro, l'intelligenza artificiale diventa protagonista: grazie alla modalità "Notte", stabilizzata proprio dall'intelligenza artificiale, sarà possibile scattare fotografie con una lunga esposizione a mano libera con risultati entusiasmanti, che farebbero rimanere a bocca aperta anche i più scettici.

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Certo, in alcuni casi le foto potrebbero sembrare "troppo elaborate", ma la possibilità di sfruttare questa modalità anche con il grandangolo o lo zoom, rende il Huawei Mate 20 Pro il miglior cameraphone in assoluto, in termini di versatilità e semplicità d'utilizzo. Personalmente, qualora dovessi fare un viaggio, porterei con me questo smartphone e parte del merito va senza dubbio a Eero Salmelin, il creatore dei Nokia 808 che oggi è Director, Imaging e Video Technology di Huawei.

Display

Quando si guarda per la prima volta il display del Mate 20 Pro, sembra che sia finto. Ma nel senso buono del termine. Ad occhio nudo, la qualità delle immagini riprodotte dal pannello AMOLED curvo da 6.39" è eccezionale, ed è buona anche la gestione del notch superiore. Il formato è 19:9 e i colori, che si adattano alla luminosità ambientale, sono sempre al top. La risoluzione del pannello è di da 1440×3120 (538 PPI), e l'utente ha la possibilità di modificarla aumentando i dpi (ed anche i consumi).

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La luminosità media è di 485 nits ma, anche in questo caso, il pannello del Mate 20 Pro si può spingere anche di più: in condizioni di luce diretta il pannello arriva ad avere addirittura più di 900 nits. Purtroppo però, in questo caso il display risente non poco di questo picco di luce, tanto che rimane leggermente impresso per qualche secondo.

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Detto questo però, anche con un occhio più "clinico", appare palese che il lavoro fatto da quelli di Huawei è senza dubbio da elogiare, certo il display del Mate 20 Pro forse è un filino sotto a quello dei Samsung, ma è senza dubbio uno dei migliori pannelli mai visti in uno smartphone.

Software

Il Huawei Mate 20 Pro è animato da Android Pie, personalizzato dall'interfaccia EMUI 9.0 che, proprio come abbiamo visto nel P20 Pro, per quel che mi riguarda rappresenta il vero punto debole di uno smartphone praticamente perfetto. Certo, la nuova versione dell'Emotion UI porta una riorganizzazione delle voci del menu e un sistema di navigazione a gesti piuttosto comodo, le prestazioni sono sempre veloci e reattive, ma l'appeal estetico è piuttosto limitato e le funzionalità software che non dipendono esclusivamente dall'hardware hanno un non so che da fascia medio-bassa.

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Insomma, la EMUI 9 è veloce, ma graficamente è come se fosse rimasta ancorata al passato e lascia supporre che gli sviluppatori della GUI di Huawei non siano riusciti a stare con il passo dei tempi e a seguire il salto generazionale in hardware e design che l'azienda ha avuto negli ultimi anni con risultati eccezionali.

Prezzo di vendita

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Aumenta la qualità e aumenta anche il prezzo. Huawei Mate 20 Pro sarà in vendita in Italia a partire da fine ottobre al prezzo di 1099 euro (con custodia originale inclusa su Amazon), chi lo preordinerà entro il 29 ottobre riceverà in regalo il caricatore wireless e il Huawei Watch GT. È un prezzo tutto sommato in linea con il mercato, che però è superiore al modello dell'anno scorso di 250 euro. In ogni caso, il Huawei Mate 20 Pro è un vero e proprio salto generazionale per l'azienda, design e qualità costruttiva sono al top, lo schermo e ottimo e le tre fotocamere lo rendono il più versatile della categoria. Per quel che mi riguarda, fossi in Samsung, inizierei a preoccuparmi di Huawei. E non poco.

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