Continua l'aumento dei download di Immuni che, pur restando lontana dall'obiettivo dei 36 milioni di italiani coinvolti dal sistema di tracciamento, ha negli ultimi giorni raggiunto i 9,2 milioni di download. Lo dimostrano i dati pubblicati sul sito ufficiale dell'applicazione, dove nelle ultime ore sono apparsi anche tutta una serie di dati che consentono di comprendere in che modo l'app ha operato nel corso delle ultime settimane. Più precisamente alla data del 22 ottobre (l'ultimo aggiornamento del sito risale a questo giorno) l'app ha raccolto 9.280.194 download nel nostro paese.
In Italia le notifiche inviate a possibili contatti a rischio, cioè a persone che si sono trovate nelle vicinanze di altri utenti risultati poi positivi al coronavirus, sono 25.556, mentre le persone positive che hanno caricato i propri dati su Immuni sono state 1.202. Interessante in questo caso sottolineare quanti siano effettivamente i contatti di una singola persona: mettendo in relazione i dati e facendo una media, un singolo utente ha messo "a rischio" altre 21 persone. Per quanto riguarda le piattaforme più utilizzate, Immuni è installata soprattutto su telefoni Android (73%) con a seguire iOS (27%).
Nel corso dell'ultima settimana l'aumento dei casi e dei download ha portato anche a un aumento delle notifiche giornaliere inviate, che da una media di circa 1.000 al giorno hanno raggiunto le 3.000 notifiche giornaliere inviate. I dati saranno peraltro ancora più alti una volta aggiunti quelli relativi agli ultimi due giorni, quando i contati hanno raggiunto quota 20.000 in Italia.
Infine, il sito indica anche la percentuale di download su numero di abitanti, suddivisa per singola regione. Così, su una media nazionale del 12,5%, si scopre che la regione che ha scaricato di più Immuni è l'Abruzzo con il 15,9%, seguita dalla Toscana (15,7%), dall'Emilia-Romagna (15,5%) e dalla Sardegna (15,1%). Molto più in basso alcune delle regioni più colpite, come la Lombardia (13,6%, 1,2 milioni di download) e la Campania (8,8%, 444.000 download). In generale le regioni del sud sono anche quelle ben al di sotto della media nazionale: Basilicata, Puglia, Campania, Calabria e Sicilia si attestano tutte sotto al 10%.