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Quante volte (e come) le aziende ti tracciano ogni giorno grazie allo smartphone

Il piano è semplice: raccogliendo dati e aggregandoli in profili anonimi ma legati agli utenti, le aziende che vendono pubblicità possono mostrare a chi usa lo smartphone annunci veramente pertinenti ai loro interessi, e smerciare i relativi spazi presso inserzionisti che sono disposti a pagare per questo servizio.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Lo smartphone è un compagno quotidiano del quale pochi ormai possono fare a meno. Per quanto però questi dispositivi risultino utili nella quotidianità, con gli anni sono diventati strumenti utili alle aziende per tracciare i comportamenti degli utenti e proporre loro pubblicità sempre più efficaci sui loro schermi. La situazione è nota a tutti gli osservatori, anche perché il mercato delle pubblicità su smartphone del resto vale centinaia di miliardi di dollari all'anno — ma a puntare i riflettori sul fenomeno è stata recentemente Apple, sottolineando come funziona un sistema che fa silenziosamente incetta dei dati degli utenti per trasformarli in occasioni di lucro.

Tracciamento continuo

Ogni app installata sul telefono — ha denunciato la casa di Cupertino — contiene in media 6 tracker, ovvero elementi il cui scopo è tracciare in vari modi il comportamento di chi le usa. Un browser può ad esempio memorizzare la cronologia, un'app di cartografia digitale può ricordare le posizioni ricercate, un'app per i pagamenti può registrare le preferenze in fatto di acquisti e perfino un software per i selfie può registrare le posizioni degli scatti per carpire dove gli utenti preferiscono passare il loro tempo. In totale, in una giornata media, il numero di volte in cui una qualunque app registra il comportamento di un utente può superare tranquillamente il centinaio.

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A cosa serve tracciare gli utenti

Questi tracker possono provenire dagli stessi sviluppatori delle app oppure essere sviluppati da aziende specializzate nella raccolta e nella digestione di queste informazioni, per creare profili anonimi ma legati agli utenti dei dispositivi. Il piano è semplice: con questi profili a disposizione, le aziende interessate possono mostrare a chi usa lo smartphone pubblicità veramente pertinente ai loro interessi, e vendere i relativi spazi a inserzionisti che sono disposti a pagare per questo servizio.

A rimetterci è la privacy degli utenti — che nell'essere sottoposti a questo tipo di tracciamento non vengono quasi mai interpellati. Per questo motivo Apple sta lanciando una novità all'interno della prossima versione di iOS: battezzata App Tracking Transparency, la nuova funzionalità fornirà una panoramica delle informazioni raccolte sugli utenti dalle singole app, e permetterà alle persone di decidere se le loro app preferite possano collezionare dati sul loro comportamento oppure no.

La novità rappresenta un cambiamento anche per il funzionamento di iOS, ma non giunge come un fulmine a ciel sereno: Apple l'ha anticipata da mesi provocando non per niente le reazioni di alcune delle aziende che su questo business fondano gran parte del loro fatturato — prima tra tutte Facebook. L'arrivo è comunque previsto nel corso della primavera, con l'aggiornamento di iPhone a iOS 14.5.

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