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Regno Unito, aperta un’inchiesta ufficiale sul test che ha manipolato le emozioni di 700mila utenti su Facebook

Il Garante per la Privacy del Regno Unito ha avviato un’indagine per valutare la legalità del processo di manipolazione delle emozioni utilizzato in uno studio realizzato con circa 700mila utenti inconsapevoli, condotto dalla California University e dalla Cornell.
A cura di Dario Caliendo
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A seguito dello scandalo che ha visto protagonista il social network più utilizzato al mondo e un'indagine condotta dalla California University e dalla Cornell su ben settecentomila utenti inconsapevoli, il Garante per la Privacy del Regno Unito ha aperto un'indagine ufficiale per capire se il processo di manipolazione delle emozioni che ha caratterizzato lo studio è stato effettuato violando la legge.

Tutto è partito con la diffusione dei risultati della ricerca coordinata da Adam Karmer, del Data Sience Team di Facebook, che ha dimostrato in maniera effettiva che le emozioni delle persone con le quali si è amici su Facebook, espresse attraverso post e frasi pubblicate nel social network che gli algoritmi interni di Facebook decidono di far visualizzare con priorità nella Timeline, influenza l'umore di ogni utente, che si riflettono a loro volta sui rispettivi post pubblicati: in soldoni, le attitudini positive e negative, sulla piattaforma di Zuckerberg tendono a propagarsi di conseguenza, con una sorta di catena di influenze reciproche.

"Solleveremo questo tema con Facebook" – ha detto un portavoce dell'Information Commissioner's Office (ICO) – "Ci coordineremo con i nostri colleghi in Irlanda per capire di più di quanto emerso in questo studio scientifico".

Secondo quanto scrive il Financial Times, tra le ipotesi ci sarebbe anche la possibilità di una multa da cinquecentomila sterline. Spiccioli, se si considera la la potenza economica dell'azienda di Mark Zuckerberg, che potrebbero essere sanzionati al social network più grande del mondo a seguito di un lavoro di indagine possibile anche grazie alla collaborazione con le autorità irlandesi, visto che il quartier generale di Facebook in Europa è proprio a Dublino.

Facebook potrebbe essere un vero e proprio mezzo di manipolazione quindi, che andrebbe ben oltre agli acquisti, al marketing e alla profilazione, ma che potrebbe rendere possibile anche la gestione delle emozioni dell'oltre miliardo di utenti registrati alla piattaforma di Zuckerberg.

Uno studio che ha dato vita a non poche polemiche. In molti si sono domandati se una ricerca realizzata in questo modo, con utenti del tutto inconsapevoli del fatto, sia etica e legale. Purtroppo però, quello che in molti non sanno è che iscrivendosi a Facebook si accettano – in alcuni casi troppo superficialmente – alcune clausole inserite nei termini e nelle condizioni d'utilizzo, dando automaticamente il proprio consenso agli amministratori del social network di effettuare operazioni interne, utilizzando i dati personali degli utenti.

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