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Report Akamai sullo stato di Internet: Italia arretrata rispetto all’Europa, ma cresce la rete mobile

Akamai ha pubblicato la sua analisi sullo stato di internet nel secondo quadrimestre 2011. Cresce il traffico mobile mentre nel vecchio continente solo 9 città si piazzano nella top 100 delle connessioni veloci. L’Italia in crescita la penetrazione online ma i valori sono ancora distanti da quelli degli altri paesi europei.
A cura di Angelo Marra
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La banda larga in Italia 

Quando si parla di internet e broadband i dati relativi all'Italia dipingono un quadro tutt'altro che positivo; negli ultimi anni gli investimenti nelle infrastrutture e nelle reti sono andati man mano scemando, fino alla recente "certificazione" di quanto internet nel nostro paese sia considerato dalle istituzioni come una spesa accessoria, dopo che gli 800 milioni promessi dal Ministro Romani sono stati dirottati su tutt'altri lidi e il digital divide continua ad affliggere migliaia di utenti.

La realtà fotografata dall'ultimo rapporto Akamai del resto parla chiaro: se l'Europa in generale arranca dietro Usa e paesi asiatici come il Giappone e la Corea del Sud, l'Italia in tutte le classifiche virtuose non fa capolino neanche per errore. A partire dalle 100 città che nel mondo vantano le connessioni medie più veloci, dove la prima metà della classifica viene interamente occupata da metropoli americane ed asiatiche; per vedere qualche città del vecchio continente bisogna scendere alla posizione numero 55 con Brno (Repubblica Ceca) mentre del nostro paese non c'è neanche l'ombra.

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Inutile poi discutere della qualità della rete, altro guado insuperabile per l'Italia. In questo caso è la Corea del Sud a dominare nel mondo, con picchi che nella città di Taejon arrivano a 55,3Mbps. Anche questa volta il nostro paese risulta fuori dalla competizione delle prime 100 al mondo, raggiungendo un misero 37esimo posto nella classifica europea.

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Anche per ciò che riguarda la crescita della copertura geografica della connessione a banda larga peggio dell'Italia riescono solo Francia e Spagna, anche se a brevissima distanza. Il dato appare però negativo per il nostro paese se si considera che entrambi le nazioni vantano infrastrutture e reti più vaste delle nostre, il che giustifica in qualche maniera una crescita inferiore rispetto a quella avuta dalle nostre reti obsolete.

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L'unico dato che può apparire incoraggiante se si è dotati di un forte senso dell'ironia riguarda la velocità minima di connessione, dove l'Italia si piazza al 18esimo posto con il 90% delle reti superiori ai 2Mbps. Va considerato però che alcuni interventi dell'Unione Europea in passato hanno stabilito dei paletti sempre alti per ciò che riguarda le velocità minime degli Stati membri, con sanzioni considerevoli per i provider inadempienti.

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Le ‘buone notizie' però finiscono qui, perchè se andiamo ad osservare la diffusione delle connessioni lente, ovvero al di sotto dei 256Kbps. indovinate chi domina in Europa? L'Italia of course, dove lo 0,8% degli utenti naviga ancora a volocità preistoriche, spesso a causa di cablature vecchie e fatiscenti.

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Connessioni Mobili

Se l'argomento cade sul traffico in rete tramite tablet e smartphone, il discorso non cambia molto. Mentre il grosso delle reti domestiche attende al palo inutilmente l'arrivo di fondi statali, la concorrenza tra i quattro principali operatori telefonici in Italia ha scatenato negli ultimi anni una gara al ribasso per le tariffe e reti mobili sempre più veloci. Anche il mercato pubblicitario si è allertato, e il comparto del Mobile Advertising è in continua crescita.  Ovviamente parliamo di buoni risultati se il paragone è inteso con le reti tradizionali, visto che davanti alle altre nazioni anche in questo caso il posizionamento non è dei migliori, anche se il fondo della classifica ci è stato risparmiato. Secondo il calcolo di Akamai con i quattro principali operatori telefonici italiani la velocità media delle connessioni mobili è di circa 2,5Mbps (min 1289 /max 3871), con una media di traffico mensile di circa 450 Mb di traffico.

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