Internet arriverà dallo spazio. Lo scorso novembre Elon Musk, CEO di SpaceX, aveva ipotizzato un sistema satellitare in grado di portare internet in tutto il mondo, un progetto poi presentato ufficialmente settimana scorsa.
Dieci miliardi di dollari e cinque anni di sviluppo per un pionieristico tentativo di espandere internet in tutto il globo. Secondo le ultime indiscrezioni, una delle prime aziende ad appoggiare il progetto e a finanziarlo sarebbe Google, che in cantiere ha già un sistema simile: Project Loon.
Secondo il The Wall Street Journal, Google sarebbe disposta a finanziare il progetto con un miliardo di dollari, un decimo del costo totale previsto da Musk. In realtà l'azienda di Mountain View ha lavorato ad un sistema simile nel corso degli ultimi anni, anch'esso basato su un sistema di satelliti.
Il progetto, chiamato OneWeb, prevedeva di collegare una rete satellitare attraverso una specifica banda radio. Quello di SpaceX, invece, si avvarrebbe su un sistema di collegamento basato sui laser.
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I micro satelliti orbiterebbero intorno alla Terra ad un'altitudine di circa 1.200 chilometri dalla superficie, ben al di sotto dell'altezza tipica di un satellite, pari a circa 35.000 chilometri. Il vantaggio maggiore di una soluzione di questo tipo è quello di ottenere una velocità e una copertura maggiori.
"La velocità della luce è del 40% più veloce nello spazio rispetto alla fibra ottica" ha spiegato Musk "Un giorno questa tecnologia ci permetterà di connetterci con Marte".
Google è invece al lavoro su un progetto simile, Project Loon, che prevede il posizionamento di una serie di palloni stazionari nella stratosfera in grado di far rimbalzare il segnale di internet nelle zone più difficili da coprire nella maniera tradizionale. Gli utenti avranno la possibilità di collegarsi ai palloni tramite delle speciali antenne posizionate sui tetti delle case.
Collocati al doppio dell’altezza delle tratte degli aerei, i palloni saranno in grado di muoversi secondo le necessità semplicemente alzandosi ed abbassandosi e facendosi trascinare dai forti venti presenti a quelle altezze. Questi ultimi rappresentano anche lo scoglio più grande del progetto, perché il controllo dei movimenti all’interno di correnti così forti è risultato essere molto difficile.