Si complica sempre di più la vicenda relativa ai rincari arrivati con il nuovo Equo Compenso. Seguendo il trend inaugurato da Apple, che ha aumentato il prezzo di vendita dei propri dispositivi elettronici dotati di memoria interna, potrebbe presto arrivare anche il turno di Samsung che, secondo quanto scrive DDay, ha già dato il via alla distribuzione dei nuovi listini prezzi (attivi da Agosto) per adeguarli alle nuove tariffe relative al compenso per la copia privata destinato alla SIAE.
Si tratta di un grave colpo per il Ministro Dario Franceschini, che conferma – qualora ce ne fosse ancora bisogno – uno scenario ben diverso da quello promesso dal Ministero (certo che i nuovi rincari sarebbero andati a colpire le tasche dei produttori), nel quale le aziende difficilmente si faranno carico della nuova tassazione, con il risultato quasi palese che a pagare le nuove tariffe saranno come sempre i consumatori.
Nella propria comunicazione ai centri di distribuzione inoltre, il colosso sudcoreano inviterebbe ad abbandonare la logica del prezzo ottico, ossia quello che vedeva i prezzi di vendita arrotondati – ad esempio – a 699,99 euro per sembrare più appetibili, a favore di cifre ben precise nate chiaramente dall'aggiunta delle nuove tariffe per l'Equo Compenso e l'IVA.
E' una novità epocale per le strategie di marketing nel mondo della tecnologia, che accade per la prima volta in Italia, ma che apre le porte a uno scenario complesso e preoccupante, nel quale i rivenditori si ritroverebbero vittime di un mercato già in crisi, nel quale un aumento dei prezzi (tra l'altro non ben bilanciato) potrebbe spingerle ad acquistare all'estero (come già fanno alcune), con ovvie conseguenze per l'economia nazionale.
E così, dopo l'atto dimostrativo con il quale la SIAE ha acquistato ventidue iPhone 5S nell'Apple Store di Nizza “dove costano meno che in Italia a dispetto di una quota per i diritti di copia privata che è il doppio” per poi regalarli pubblicamente, l'estate del Ministro Franceschini diventa sempre più torrida e turbolenta: ormai pubblicare un tweet dove punta il dito contro un'azienda o contro i rivenditori potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio.