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San Bernardino, l’FBI è riuscita a sbloccare l’iPhone senza l’aiuto di Apple

Dopo oltre un mese di scontro duro tra FBI e Apple, il Dipartimento di Giustizia ha reso noto che l’iPhone appartenuto a Sayed Farook, uno dei due killer della strage di San Bernardino dello scorso 2 dicembre che provocò 14 vittime, è stato sbloccato con l’aiuto di una “terza parte” e senza l’aiuto della Apple.
A cura di Francesco Russo
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Dopo oltre un mese di scontro duro tra FBI e Apple, il Dipartimento di Giustizia ha reso noto che l'iPhone appartenuto a Sayed Farook, uno dei due killer della strage di San Bernardino dello scorso 2 dicembre che provocò 14 vittime, è stato sbloccato con l'aiuto di una "terza parte" e senza l'aiuto della Apple. La scorsa settimana il Dipartimento di Giustizia aveva ottenuto, 24 ore prima, la sospensione dell'udienza prevista per il 22 marzo presentando in tribunale la richiesta per effettuare un tentativo risolutivo sul dispositivo, senza spiegare alcun dettaglio, richiesta che fu poi accordata del giudice entro il termine del 5 aprile. E in effetti il metodo offerto dalla "terza parte" sembra sia stato un successo. Nei giorni scorsi il New York Times aveva rivelato che la "terza parte" potrebbe essere uno o più hacker che avrebbero offerto aiuto all'FBI.

Nella giornata di ieri, di fronte alla corte i pubblici ministeri hanno annunciato che il metodo sperimentato in questi giorni dall'FBI si è rivelato efficace per sbloccare l'iPhone appartenuto a Sayed Farook e che "l'assistenza della Apple non è più necessaria". Nel documento depositato presso il tribunale si legge che "il governo ora ha ottenuto, con successo, l'accesso ai dati memorizzati sull'iPhone di Farook, di conseguenza non è più richiesta l'assistenza della Apple". Nel documento non vengono spiegati i dettagli del metodo né viene specificato alcun dettaglio circa la "terza parte" che ha portato a termine l'operazione con successo. E lo stesso risultato è stato ottenuto ben prima del termine previsto per il 5 aprile, termine accordato dal tribunale al momento di accogliere la richiesta del Dipartimento di Giustizia.

Il braccio di ferro tra Governo Usa, rappresentato dal Dipartimento di Giustizia, e Apple si conclude, almeno per ora, con un brusco colpo di scena che potrebbe davvero cambiare lo scenario riguardo al tema della crittografia dei dati e la privacy degli utenti. Non è ancora chiaro se questo metodo potrebbe rivelarsi efficace per sbloccare anche altri dispositivi; sicuramente altri elementi verranno rivelati nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Nel corso dell'ultimo mese è emerso che il braccio di ferro tra FBI e la casa di Cupertino non riguardava solo l'iPhone utilizzato dal killer di San Bernardino, ma anche altri casi molto simili: pare che gli smartphone da sbloccare per il prosieguo delle indagini in altri casi investigativi siano ben 11. Sarà interessante sapere se il metodo adottato per il caso della strage di San Bernardino potrà essere risolutivo anche in tutti gli altri casi. Di fronte a questo situazione, quel che è certo è che il Dipartimento di Giustizia intende andare avanti e lo dimostra anche in questa dichiarazione rilasciata dopo la notizia dello sblocco del dispositivo: "Per il governo resta una priorità garantire l'applicazione della legge in grado di ottenere informazioni digitali al fine di proteggere la sicurezza nazionale e la sicurezza pubblica, sia con la collaborazione delle parti interessate che con le forza di sicurezza pubblica". Una dichiarazione che lascia intendere che nel caso in cui dovesse mancare la collaborazione di una parte interessata, come la Apple in questo caso, il governo andrà avanti comunque.

E come noto, Apple si è sempre schierata contro la violazione del dispositivo, perseguendo il principio della privacy e della sicurezza degli utenti, anche di fronte a casi gravi come la strage di San Bernardino. E dopo la notizia dello sblocco dell'iPhone, non è si fatta attendere la dichiarazione della casa di Cupertino, che in una nota dichiara:

Fin dall'inizio, abbiamo contestato la richiesta dell'FBI verso Apple di costruire una backdoor sull'iPhone perché abbiamo creduto che fosse sbagliato e che avrebbe potuto costituire un pericoloso precedente. Come conseguenza del rifiuto da parte del governo, nessuno di questi si è verificato. Questo caso non sarebbe mai dovuto esistere. Continueremo a dare supporto alle forze dell'ordine in altri casi, come abbiamo fatto tutti insieme, e continueremo ad incrementare la sicurezza dei nostri prodotti per difenderli da attacchi o minacce sui nostri dati che diventano sempre più sofisticati. Apple ritiene che le persone negli Usa e in tutto il mondo meritano la protezione dei dati, la sicurezza e la privacy. Sacrificare uno per l'altro significa solo mettere a rischio persone e paesi. Questo caso ha sollevato questioni che meritano un dibattito a livello nazionale per quel che riguarda le nostre liberà civili, la nostra sicurezza collettiva e la privacy. Apple resta impegnata nel partecipare a questa discussione."

Sarà interessante sapere se a questo punto FBI renderà noto ad Apple il metodo utilizzato per sbloccare l'iPhone di Farook. Lo scopriremo nei prossimi giorni, quando arriveranno altri aggiornamenti su questa vicenda.

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