Se Facebook fa strage di startup con Graph Search (anche in Italia)
Uno dei settori più fiorenti del mercato delle startup è senza dubbio lo sviluppo di social network, candidati ad essere l'alternativa di nicchia a realtà generaliste come Facebook e Google+. Non nascondo un certo scetticismo verso la proliferazione di queste piattaforme; la "base" rimangono le persone e con questo ritmo si rischia che a breve ci siano più siti che utenti. Ironia a parte, sono convinto che buona parte del successo di Facebook, incrollabile nonostante la vasta concorrenza, derivi proprio dal fatto che "ci sono tutti", o perlomeno quasi. Dopotutto il boom del sito bianco e blu si è avuto prima dell'introduzione delle features più interessanti, il che riporta all'ipotesi autoreferenziale di cui sopra. Naturalmente chiunque è libero di proporre una propria idea di social network alternativa a quello di Menlo Park, a condizione però di offrire qualcosa di diverso, di particolare.
In questo senso sono nate un'infinità di piattaforme "diversificate" il cui comun denominatore sono le connessioni basate sui gusti comuni piuttosto che sui legami personali provenienti dal mondo analogico. Questo perchè Facebook nella sua prima fase di vita ha improntato il suo sistema di networking come prolungamento dei rapporti della vita reale; nella maggior parte dei casi, un buon numero dei nostri contatti sono persone che conosciamo anche dal vivo. Solo in un secondo momento la piattaforma ha pensato di sfruttare la crescente mole di informazioni in suo possesso per collegare le persone sulla base di altri fattori, come i gusti personali, i luoghi in comune e così via. L'apice di questa tendenza si è poi riassunto nell'introduzione di Graph Search e delle sue possibili evoluzioni, e qui sono cominciati i problemi (per gli altri).
Fin dal principio una buona configurazione di Facebook ed una certa selettività hanno consentito un uso più intelligente della piattaforma, sfatando numerosi luoghi comuni relativi alla dispersione, ai problemi di privacy, alle "cattive" frequentazioni e tutte le critiche mosse nei confronti della piattaforma di Menlo Park (chi accusa il sito di essere "invaso da ragazzini" dimentica di poter scegliere chi accettare e chi non nelle sue amicizie, stesso discorso per chi lamenta una "bacheca piena di notizie inutili" e così via, quanto ai dati personali occorre ricordare che Zuckerberg e soci non vengono a spiarci in casa, le uniche informazioni presenti sono quelle che noi scegliamo liberamente di condividere). Valutazioni superficiali a parte, lo zoccolo duro dei critici verso Facebook sono quelli che lamentano proprio il principio su cui si basano le connessioni, obsoleto rispetto a quello adottato da altre piattaforme, che premiano i gusti condivisi piuttosto che i rapporti personali, lo stesso leitmotiv fatto proprio da numerosi startupper che propongono innumerevoli alternative.
Ora Facebook ha lanciato Graph Search che rischia di spazzare via in pochissimo tempo queste realtà parallele. Il gigante di Menlo Park ha dalla sua un bacino di utenti che nessuno è in grado di eguagliare ma ora consente di sfruttare in pieno tutte le informazioni in suo possesso senza passare per le connessioni tradizionali a cui ci ha abituato. Lo stesso principio adottato dalle piattaforme "di nicchia", con un database però di gran lunga più ampio ed una popolarità ineguagliabile.
Un esempio forse può aiutare a chiarire l'idea. Prendiamo una delle tante piattaforme relative agli esercizi commerciali come i ristoranti. Mai come in questo periodo, anche in Italia, sono fioriti innumerevoli social network ed applicazioni che ci consentono di conoscere il ristorante più vicino a noi, le recensioni dei clienti e quali dei nostri amici lo hanno frequentato e così via. Tutte queste informazioni ora sono accessibili su Facebook con estrema semplicità grazie a Graph Search, con il valore aggiunto del numero più ampio di utenti attivi che produce quindi più recensioni, opinioni e consigli. Per i piccoli commercianti, che difficilmente possono curare una social media strategy su decine di piattaforme contemporaneamente, risulta più conveniente essere presente su quelle più popolari (come Fb appunto), piuttosto che in quelle di nicchia, soprattutto ora che grazie alla ricerca sociale sono raggiungibili e connessi con molte più persone.
Naturalmente esistono numerose piattaforme che offrono servizi ancora non presenti sul sito di Zuckerberg, come l'e-commerce (anche se a breve verrà ampliato il servizio Gift e saranno guai anche lì) e che quindi possono risultare comunque concorrenziali rispetto al "re". Per tutte le altre realtà che hanno basato il loro core business sulle connessioni basate su gusti ed esigenze comuni però, Graph Search potrebbe rappresentare un vero e proprio colpo di grazia. La globalizzazione passa anche per la rete.