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Se hai un telefono più vecchio di così sei a rischio malware e attacchi hacker

Il problema è noto agli appassionati del settore ma non altrettanto a chi lo smartphone lo utilizza normalmente. Dopo pochi anni dall’uscita sul mercato i produttori smettono di aggiornare il sistema operativo dei dispositivi privandoli dell’aggiunta di nuove funzionalità ma anche dei correttivi alle nuove falle scoperte.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Oggi la durata media di uno smartphone non supera una manciata di anni: la batteria si fa meno efficiente e il processore lavora con più fatica, stressato com'è da app che in pochi mesi diventano sempre più complesse e ingombranti per la memoria. Il problema di continuare a utilizzare un vecchio smartphone però non risiede solamente in un peggioramento delle prestazioni, ma nel fatto che questi dispositivi sono sensibilmente più soggetti ad attacchi hacker, furti di dati e invasioni di malware.

Il fenomeno è noto tra gli appassionati del settore ma gli allarmi al riguardo continuano a fioccare di quando in quando, e riguardano lo stesso problema di fondo: i vecchi telefoni non vengono più aggiornati alle versioni più recenti dei sistemi operativi coi quali sono stati venduti. E dal momento che in questi aggiornamenti sono incluse anche le misure di protezione più recenti contro le intrusioni non autorizzate, gli smartphone che ne rimangono senza risultano vulnerabili agli attacchi scoperti più recentemente.

I telefoni Android assicurano ai proprietari almeno due anni di protezione dopo l'uscita sul mercato: i produttori sono cioè tenuti a inviare, per tutta la durata del periodo, degli aggiornamenti automatici che arrivano dagli sviluppatori di Google per tappare eventuali falle scoperte nel codice del software, dalle quali hacker e malware potrebbero passare per prendere il controllo delle funzioni chiave del telefono. Per quel che riguarda gli iPhone le cose sono leggermente diverse, dal momento che gli aggiornamenti di iOS arrivano sui telefoni usciti fino a 5 anni prima.

Una volta terminato il supporto delle aziende però, il telefono è esposto alle nuove minacce emerse dal termine dalla data fatidica in poi. Il discorso in realtà vale anche per i computer (in questi giorni è terminato il supporto di Microsoft a Windows 7 e molti utenti sono costretti a passare a Windows 10 per rimanere protetti) ma per gli smartphone assume connotati peggiori perché l'utente comune non ha la possibilità di agire in prima persona sul software installato ed è sostanzialmente costretto a comprare un nuovo telefono.

Le cose non sono destinate a cambiare fino a quando il mondo hi tech non troverà un modo per allungare il supporto dedicato ai dispositivi almeno fino a quando non diventano funzionalmente obsoleti. L'alternativa infatti è conservare il proprio vecchio smartphone anche oltre il termine ultimo deciso dai produttori, rinunciando però a un sistema operativo aggiornato e blindato nei confronti delle intrusioni; con un po' di attenzione nei confronti di ciò che si scarica, dei link che si visitano e dei siti che sfogliano si può fare, ma non è esattamente il tipo di esperienza che si aspetta chi ha acquistato un telefono pagandolo centinaia di euro solo un paio di anni prima.

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