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Secondo l’OMS i videogiochi possono essere strumenti per alleviare la quarantena

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e alcune aziende dell’industria videoludica hanno avviato #PlayApartTogether, una campagna che incoraggia il distanziamento sociale e sottolinea l’importanza dello stare a casa attraverso l’utilizzo dei videogiochi.
A cura di Marco Paretti
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L'Organizzazione Mondiale della Sanità e alcune aziende dell'industria videoludica hanno avviato #PlayApartTogether, una campagna che incoraggia il distanziamento sociale e sottolinea l'importanza dello stare a casa attraverso l'utilizzo dei videogiochi, assicurando ai giocatori una serie di eventi speciali, attività, ricompense e oggetti esclusivi messi a disposizione dalle aziende partecipanti. Da Activision Blizzard a Riot Games, passando per Twitch, YouTube e Zynga; i nomi dell'industria che hanno deciso di partecipare alla chiamata dell'OMS rappresentano milioni di giocatori in tutto il mondo.

Si tratta di un momento importante per l'industria, già presa d'assalto dalle persone che, chiuse in casa a causa della quarantena, si sono dedicate proprio ai videogiochi per passare il tempo e "fuggire" dalle quattro mura di casa. Ma si tratta anche di un'iniziativa nuova per l'OMS, che proprio lo scorso anno aveva sottolineato l'importanza di trattare accuratamente la dipendenza dai videogiochi nella sua forma più grave. "Durante questo periodo difficile mi complimento per l'ingegnosità dei partner di tutti i settori che ci stanno aiutando a combattere il coronavirus" ha commentato Ray Chambers, ambasciatore statunitense dell'OMS.

"Oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto all'industria videoludica globale di raggiungere milioni di giocatori con alcuni messaggi importanti per aiutare a fermare la diffusione del coronavirus. Il settore videoludico lancerà #PlayApartTogether, un'iniziativa per informare gli utenti sulle linee guida dell'OMS. Ringrazio l'industria videoludica per aiutarci a far finire questa pandemia". Alcune delle grandi aziende internazionali di videogiochi hanno sottoscritto la chiamata dell'OMS, con un capofila d'eccezione: Activision Blizzard. "Ora più che mai è critico assicurare che le persone possano connettersi in sicurezza agli altri" ha spiegato Bobby Kotick, CEO dell'azienda. "I videogiochi sono la piattaforma perfetta perché connettono le persone attraverso le lenti della gioia, dello scopo e del significato. Siamo orgogliosi di partecipare in questa iniziativa globale".

Si tratta anche di un'iniziativa che ridimensiona la tanto criticata decisione dell'OMS di inserire la dipendenza dai videogiochi tra le malattie mentali. Le polemiche sulla decisione sono state immediate, ma non hanno compreso che l'indicazione dell'OMS riguarda dei casi limite che presentano un modello comportamentale così assuefatto al videogioco – sia esso online o offline – tale da compromettere significativamente gli aspetti sociali, personali, lavorativi, affettivi ed educativi della sua vita. In pratica, i soggetti ammalati restano incollati allo schermo non curandosi di tutto ciò che li circonda. Ma l'OMS non è mai stata contro i videogiochi, elemento che questa nuova iniziativa sottolinea chiaramente.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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