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Signal, l’applicazione che porta le telefonate criptate anche in iOS

Con la nuova applicazione, sorella gemella di RedPhone per Android, sarà possibile effettuare chiamate vocali criptate del tutto gratuitamente anche nei dispositivi animati dal sistema operativo di Apple.
A cura di Dario Caliendo
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Si chiama Signal, è sviluppata da Open Whisper Systems e rappresenta la versione per iOS di RedPhone, un'applicazione molto apprezzata dagli utenti Android in grado di rendere possibile la ricezione e l'invio di telefonate vocali criptate, grazie a un complesso sistema anti-intercettazione.

Utilizzando la nuova applicazione, anche gli utenti di iOS avranno la possibilità di effettuare chiamate vocali in tutta sicurezza, sia con altri utenti che utilizzano il sistema operativo per dispositivi mobili di Apple, che con gli utenti Android che hanno installato nei propri smartphone RedPhone, a patto che entrambi gli interlocutori utilizzino una delle applicazioni realizzate dalla software house.

Lo sviluppo di entrambe le applicazioni si è basato sull'implementazione del protocollo ZRTP, un particolare sistema di crittografia casuale, che utilizza un sistema di autenticazione difficilmente superabile nel breve tempo di durata delle telefonate.

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"In Open Whisper Systems, abbiamo l'obiettivo di rendere possibile a tutti l'accesso a sistemi di comunicazione sicuri e semplici da utilizzare come quando si effettua una telefonata vocale o si invia un messaggio di testo" – si legge in una pagina del blog ufficiale dove viene spiegata la mission della nuova applicazione – "Negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per sviluppare i nostri software di privacy per iOS e Android, e siamo orgogliosi di presentare la nostra nuova creatura, che permetterà gratuitamente di effettuare chiamate vocali criptate anche con i dispositivi di Apple".

Il particolare più interessante – ma che in un certo senso lascia perplessi – del sistema messo a punto da Open Whisper Systems è che il codice è stato reso totalmente open-source e la stessa azienda spinge gli sviluppatori di tutto il mondo ad analizzarlo per trovare bug e falle di sicurezza, in modo da renderlo con li tempo il più sicuro possibile: un'iniziativa lodevole, ma forse "troppo aperta", soprattutto considerando che si tratta di un software dedicato alla privacy e alla sicurezza, il cui codice open-source potrebbe certo essere analizzato e ottimizzato da esperti anche esterni all'azienda, ma viceversa potrebbe essere analizzato e violato molto più facilmente anche da hacker e malintenzionati.

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