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Spotify è sbarcato negli USA ed è subito successo, arriverà mai in Italia?

Il famoso software di musica digitale peer-to-peer arriva anche negli Stati Uniti, ecco una miniguida sulle funzioni principali e l’integrazione con i principali social network, in attesa che arrivi anche nel nostro paese.
A cura di Vito Lopriore
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Spotify-arriva-in-America

Quante volte ci è successo di non sapere che musica ascoltare tra la mole di offerta musicale che c’è? In realtà si possono preferire vari generi, o uno in particolare, ma oggi la fruzione della musica rispetto al passato è cambiata radicalmente. Steve Jobs, durante l’ultimo WWDC, ha detto che Apple sta implementando un sistema, iCloud, per accedere ad ogni file che ci interessa da qualsiasi device, in qualsiasi luogo siamo collegati. Ciò comprende anche l’ascolto della musica e il possesso degli album. Quando non si sa che musica ascoltare si desidera avere qualche suggerimento, magari sentire la musica che stanno ascoltando i propri amici, anche quelli virtuali, di cui si condividono i gusti in ambito artistico e musicale – non è detto che anche degli amici più intimi si debbano apprezzare necessariamente i gusti musicali −.

Il concetto è quello dell’interest graph, su cui sta lavorando Facebook da tempo: la propria rete sociale ci aiuta a fruire dei contenuti in maniera più facile; non necessariamente le stesse persone che fanno parte delle cerchie sociali reali, ma anche di quegli utenti di cui si condividono i gusti, o che esprimono attraverso le bacheche e le identità virtuali un mondo a cui ci si sente vicino per ideali, valori o semplicemente interessi in comune. Collegare queste persone è uno dei motivi del successo del social network.

Spotify nasce proprio su questo innesto creativo: collegare l’ascolto della musica delle persone rispetto ai loro contatti in rete; tramite le amicizie su Facebbok, o su altri social, si può capire in real time cosa sta ascoltando un amico/a, conoscere l’uscita di un nuovo album o sperimentare musica e linguaggi musicali alternativi.

Spotify-arirva-negli-Usa

Il software di musica digitale, creato in Svezia nel 2006 che funziona con tecnologia peer-to-peer, è stato lanciato in Luglio negli Stati Uniti ed è quindi disponibile per i consumatori americani. Il servizio musicale entra nel mercato altamente competitivo della distribuzione online dei contenuti americani oltre a Turntable, Slacker Music AOL Play e Apple che con il suo servizio iTunes permette l’accesso allo streaming dei file musicali anche delle etichette discografiche più famose, incluse EMI, Sony Music e Universal. L’unica differenza che è che su iTunes la musica è a pagamento mentre Spotify è libera (con alcune limitazioni e annunci pubblicitari) o richiede una minima tariffa mensile.

Ci sono almeno 6 servizi di musica streaming, oltre alle radio in rete, che possono essere usati per ascoltare la colonna sonora della propria giornata, rilassarsi la domenica pomeriggio o accompagnare una dolce lettura. Il lancio del servizio musicale in America sta avendo molto successo; gli utenti sono collegati sui social network anche attraverso la musica che si ascolta per appronfondire e sviluppare sempre meglio le proprie passioni. Spotify purtroppo non è ancora disponibile in Italia – potrebbe esserlo presto – ma solo in Finlandia, Francia, Norvegia, Olanda, Spagna, Svezia, UK e Stati Uniti. Ecco il layout della pagina iniziale:

Spotify-arriva-in-America-layout-principale

La funzione di ricerca:

Spotify-arriva-negli-Usa-funzione-di-ricerca

Spotify ha un archivio infinito di cd che permette l’accesso a milioni di brani. L’iscrizione gratuita permette l’accesso libero all'immensa libreria musicale per 10 ore mensili con annunci pubblicitari di interruzione; pagando 5 dollari invece non ci sono più gli annunci e si ha a disposizione sempre un tempo limite di ascolto; infine, versando 10 dollari mensili si può accedere a tutto il database senza limiti temporali, scaricare le canzoni sul telefono, computer o tablet e ascoltarle anche quando non si è connessi a Internet. Si può ascoltare qualsiasi musica, ovunque per 10 dollari. Ecco come selezionare un file, ascoltarlo e condividere l'ascolto in rete:

Spotify-funzione-di-condivisione-dei-file-musicali

Oppure la facile funzione di creare playlist, in una prospettiva ovviamente "social":

Spotify-funzione-di-creare-playlist-social

Il software, dunque, è da poco disponibile in America ed è ancora su inviti; è considerato il più interessante servizio di streaming e condivisione file musicali con altri utenti – più di Last.fm, Pandora e altri − proprio per la sua innata vocazione “social”, perfettamente integrato con i social network e soprattutto con il più diffuso cioè Facebook, e anche perché l’accesso è libero e gratuito. In Italia non è ancora utilizzabile, tranne se non si è possessori di carta di credito di qualche paese dove il servizio è disponibile; non ci sono rumors al proposito anche se tra gli users si aspetta con impazienza la possibilità di usarlo. Magari potrebbe essere un incentivo anche per l’industria musicale del nostro paese. Uno dei servizi più in voga oggi è Stereomood, fondato da Eleonora Viviani, il progetto ha già 250mila di utenti grazie al word of mouth, "Credo nel progetto e nella musica", dichiara la fondatrice.

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