Nel mondo dello streaming musicale qualcosa sta cambiando. E' passato oltre un anno da quando, nel lontano 2012, Trent Reznor ha pubblicamente annunciato la nascita di una partnership con Beats by Dre per dare vita ad un nuovo servizio di streaming musicale, e con il passare del tempo le ambizioni e le potenzialità di BeatsMusic sono cresciute esponenzialmente, al punto da iniziare ad influenzare il mercato e spingere le piattaforme che ne fanno parte a fornire servizi sempre più completi ed accessibili. E presto arriverà anche YouTube, con il suo Music Pass.
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La notizia più importante delle ultime ore riguarda Spotify. Il popolare servizio di streaming musicale ha (finalmente) deciso di eliminare il limite di 10 ore mensili, per l'ascolto dei brani tramite la sua piattaforma gratuita via web. Una novità importante, che abolisce del tutto la necessità del periodo free-trial di sei mesi, nel quale l'azienda riduceva l'ascolto libero dei brani disponibili a catalogo, a sole due ore e mezzo la settimana: una perfetta strategia di marketing, che ha spinto sempre più utenti a sottoscrivere un abbonamento Premium dal costo di circa dieci euro mensili.
La mossa di Spotify è parte di un piano editoriale il cui scopo primario è quello di rendere il servizio sempre più accessibile tramite le varie piattaforme disponibili, cercando di trovare il giusto equilibrio tra offerta e guadagni per l'azienda. Ha circa un mese infatti, l'introduzione dell'ascolto gratuito anche in versione Mobile, una novità importante che è stata apprezzata dagli utenti di tutto il mondo.
"Milioni di brani musicali saranno disponibili gratis in streaming su smartphone e tablet" – ha dichiarato Daniel Ek lo scorso dicembre – "l’offerta, riguarda la modalità «shuffle»". In pratica, nella versione gratuita per dispositivi mobili di Spotify, digitando il nome di un artista, l’applicazione ne mostrerà tutti i titoli e ne avvierà la riproduzione in ordine casuale. Un’idea che in un certo senso ricorda iTunes Radio, il cui scopo è proprio quello di creare una radio in cui gli ascoltatori hanno una maggiore possibilità di scelta.
Tutte queste novità danno una spinta significante a Spotify, nel momento più importante della crescita del settore dello streaming musicale, sempre più influenzato dai servizi proposti dai giganti del web (Big G con il suo Google Music All Access, ed Apple con iTunes Radio) in forte vantaggio grazie al controllo ed alla totale integrazione dei propri prodotti rispettivamente in Android ed iOS.
L'arma segreta per diventare il jukebox personale più diffuso al mondo è proprio rinchiusa nell'ottimizzazione dell'integrazione multipiattaforma (desktop e mobile) del servizio e nella rimozione dei limiti di ascolto.