Nel 1981 Sony presentò la prima fotocamera digitale, la Sony Mavica. Registrava le immagini su un floppy disk e introduceva il mondo alla rivoluzione della fotografia digitale che oggi rappresenta il fondamento di tutta la condivisione di immagini sul web e, in generale, nel mondo. Nel 1988 fu il turno della DS-1P di Fuji, la prima ad essere completamente digitale. È a questi apparecchi che si affida la paternità dell'attuale settore della fotografia digitale. Eppure nel 1975 una macchina fotografica digitale era già finita sulla scrivania dei vertici di una delle aziende più importanti del settore, la Kodak. Che però decise di tenere segreto il prototipo.
È la storia di Steve Sasson, un ingegnere al quale fu affidato il compito di trovare un'applicazione pratica al Charged Coupled Device, o dispositivo ad accoppiamento di carica. È il 1973 e l'ingegnere lavora due anni prima di raggiungere un risultato rivoluzionario: la prima macchina fotografica digitale. Pesava 3,6 chilogrammi e produceva immagini da 0,01 megapixel, cioè 100×100 pixel, con scatti da 50 millisecondi che richiedevano una scrittura su una cassetta simile a quelle audio. Un processo, quest'ultimo, che richiedeva 23 secondi. Per essere visualizzate, inoltre, le immagini necessitavano di un'elaborazione di 30 secondi.
La trovata era geniale, soprattutto se si pensa che al tempo Steve Jobs non aveva ancora inventato l'Apple I. Sasson la mostrò a tutta Kodak, ottenendo risposte decisamente meno entusiaste: c'è davvero interesse nel guardare una foto sulla televisione? Anche a causa dell'assenza del supporto ai rullini – di cui Kodak era comunque la maggiore produttrice – l'azienda decise di non investire in un prodotto che andava apparentemente contro ogni suo punto forte: le pellicole erano ancora alla base della fotografia e Kodak contava su un fatturato di 16 miliardi di dollari all'anno derivante proprio dalla vendita dei rullini.
Il problema, spiega Sasson, è che quando si parla di un progetto così a lungo termine a persone che probabilmente non saranno più in azienda, è difficile che ci sia dell'entusiasmo. E di tempo per lo viluppo completo della fotografia digitale ne sarebbe servito molto. Secondo la legge di Moore, citata dall'ingegnere durante gli incontri, almeno 15 o 20 anni. Kodak registrò comunque il brevetto nel 1978 con il nome "Fotocamera elettronica", ma impose a Sasson di non divulgare mai gli schemi e di non mostrare a nessun esterno la macchina. L'azienda decise di lanciare la prima DSRL nel 1989, a distanza di 8 anni dalla Sony Mavica. Troppo tardi per salvare il lento e inesorabile declino che portarono Kodak alla bancarotta. L'azienda guadagnò miliardi dai brevetti e non dalla vendita di queste macchine, perdendo però sull'aspetto più importante: il tempismo. Kodak ha dichiarato fallimento nel 2012.