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Strage in Nuova Zelanda: Facebook spiega i provvedimenti presi, ma il problema è WhatsApp

Nelle ultime dichiarazioni Facebook svela alcuni dettagli sulla diffusione del video della strage di Christchurch, sottolineando come la diretta sia stata redistribuita passando da un forum esterno. Il problema però resta la visibilità all’interno del social network e soprattutto delle chat criptate di WhatsApp.
A cura di Lorenzo Longhitano
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In questi giorni Facebook sta lavorando alacremente per limitare la diffusione del video della strage di Christchurch, in Nuova Zelanda. Dopo aver annunciato di aver dovuto rimuovere il contenuto per ben un milione e mezzo di volte nelle sole 24 ore dalla trasmissione in diretta sulle sue stesse pagine, il social network ha approfondito la questione in queste ore, fornendo una versione dei fatti che però sembra sminuire le responsabilità dell'azienda.

Facebook ha infatti tenuto a specificare che la sparatoria è stata seguita in diretta da sole 200 persone, mentre il video originale è stato visto circa 4.000 volte prima della rimozione. La prima segnalazione è arrivata 29 minuti dopo l'inizio della diretta, ovvero 12 minuti dopo che la trasmissione era terminata. La rimozione della clip invece è avvenuta pochi minuti dopo il primo contatto da parte della polizia neozelandese, ma non prima che la clip fosse stata scaricata da un utente del social e caricata su un sito di condivisione di file e da lì diffusa sul forum 8chan e poi ancora nel resto del web, Facebook incluso. Il racconto della solerzia di Facebook continua: gli algoritmi del social hanno iniziato immediatamente a classificare il video per la rimozione immediata utilizzando una tecnica di riconoscimento automatica ma alcune versioni del video, come quelle che riprendevano la clip trasmessa su uno schermo utilizzando la videocamera dello smartphone, sono risultate e ancora risultano più difficili da intercettare.

La diffusione su WhatsApp grazie alla crittografia

Posto che Facebook è ancora al centro di numerose critiche — soprattutto per aver permesso che la sparatoria potesse essere trasmessa in diretta sul social — il dettaglio rilasciato relativamente al forum 8chan sembra pensato per lasciare intendere che Facebook non potesse fare più di quanto ha fatto, e che la responsabilità della seguente diffusione del video sia da attribuire agli utenti che da quel forum hanno poi deciso di redistribuirlo. Al centro del meccanismo di diffusione però non c'è tanto — o meglio non solo — 8chan, quanto le stesse piattaforme del gruppo Facebook. Sul social network gli algoritmi stanno tentando di arginare le copie della clip, ma sulla piattaforma di messaggistica WhatsApp il contenuto è libero di viaggiare tra gruppi e contatti, grazie un sistema di crittografia che non solo impedisce all'azienda di controllare (e quindi rimuovere) i messaggi scambiati all'interno della sua infrastruttura, ma che è anche il fulcro del cambio di rotta che Mark Zuckerberg ha annunciato pochi giorni fa di voler imprimere al gruppo.

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