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Su Amazon spuntano prodotti che si spacciano per rimedi contro il coronavirus

Dall’esplosione dell’epidemia di coronavirus i siti di ecommerce si sono trasformati in teatro di pratiche spesso scorrette e immorali come la vendita di mascherine a prezzi esorbitanti. Amazon sta tentando di rimuovere le pagine di prodotti che si dichiarano efficaci contro la sua diffusione ma che non sono stati certificati al riguardo.
A cura di Lorenzo Longhitano
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L'arrivo del coronavirus in Italia sta causando preoccupazione in molti; la situazione in realtà è meno grave di come viene percepita, ma con il suo rapido evolversi è comprensibile che tra la popolazione ci sia irrequietudine, e purtroppo non manca chi è pronto a sfruttare questa situazione per il proprio tornaconto. Sui siti di ecommerce sono già aumentati da giorni i prezzi di prodotti come mascherine e disinfettanti, ma non solo: secondo quanto riporta la CNBC, Amazon è impegnata a far rimuovere dai siti di numerosi rivenditori alcuni prodotti che dichiarano di poter debellare il coronavirus senza però certificazioni valide a confermarlo.

I prodotti in questione includono disinfettanti e maschere le cui descrizioni, dopo l'esplosione dell'epidemia, sono state opportunamente modificate per contenere riferimenti specifici al coronavirus. Il problema è le dichiarazioni apparse in questi giorni nelle descrizioni di prodotti simili non possono essere dimostrate, dal momento che questi presidi non hanno ottenuto alcuna certificazione dalle amministrazioni locali dei Paesi nei quali vengono venduti. Utilizzarli non dà dunque alcuna garanzia, e per questa ragione Amazon sta intervenendo in automatico per rimuovere le relative pagine.

I rivenditori coinvolti stanno venendo avvisati delle azioni intraprese attraverso email inviate proprio dal colosso dell'ecommerce: spesso infatti si tratta di soggetti che distribuiscono prodotti di terzi senza troppa consapevolezza di quel che stanno vendendo. Nel testo delle email, Amazon concede ai rivenditori la possiblità di riammettere nei loro negozi virtuali i prodotti rimossi a patto che le descrizioni fornite siano a norma di legge, ovvero a patto che non contengano affermazioni sul coronavirus che non siano state certificate dagli enti preposti a verificarne la correttezza.

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