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Su StreetView le immagini dei luoghi dell’omicidio Scazzi

Sul popolare software di navigazione sono presenti immagini di Avetrana e della casa degli orrori dove si è consumato il terribile delitto.
A cura di Angelo Marra
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StreetView è il servizio di Google Maps che ci permette di navigare senza muoverci dal pc attraverso le strade di mezzo mondo, come se le stessimo percorrendo realmente in automobile. Ciò è possibile grazie a migliaia di Google Cars, speciali auto munite di una telecamera sul tetto, che hanno percorso e tuttora percorrono le vie di tutte le nazioni, immortalando palazzi, strade e così via. Il risultato ci consente di visualizzare sul nostro monitor un indirizzo, una località o una destinazione di un nostro viaggio vedendo l'indirizzo reale e non soltanto un puntino al di sopra di una mappa.

Uno strumento senza dubbio utilissimo, ma che ha comportato una serie di problemi per il colosso di Mountain View, soprattutto per ciò che riguarda la privacy. Ad essere immortalati e visibili su StreetView infatti sono state anche persone, interni di appartamenti ed in generale situazioni che alcuni utenti non hanno gradito che fossero rese di dominio pubblico.

Google dal canto suo si è impegnata il più possibile per evitare di pubblicare immagini che in qualche maniera potessero ledere la privacy delle persone, ad esempio oscurando automaticamente volti o targhe automobilistiche, ma inevitabilmente in maniera ciclica il servizio finisce per essere nell'occhio del ciclone, investito da nuove polemiche.

Ora, è ovvio che quando nel 2009 la Google Car ha attraversato e fotografato via Deledda ad Avetrana, nessuno potesse sapere che da lì a qualche mese in quei luoghi si sarebbe consumato un terribile delitto, ma con il senno di poi alcune immagini non possono non produrre un effetto molto forte.

Ecco quindi presenti su StreetView le foto della villa degli orrori, con tanto di particolari agghiaccianti come l'immagine della famigerata Panda rossa di proprietà di Michele Misseri, utilizzata per trasportare il cadavere, parcheggiata nella stessa posizione in cui si troverà più avanti, quando il piccolo comune del tarantino salirà drammaticamente agli onori della cronaca.

Immortalato anche il cane di Sarah, Saetta, divenuto anch'esso tristemente famoso per il suo legame con la giovane vittima, che non se ne separava mai, e il garage dove si è consumato il delitto, utilizzato come sfondo per le innumerevoli ed interminabili corrispondenze dei giornalisti durante i giorni immediatamente successivi al crimine.

Immagini finite su StreetView per pura combinazione, per le quali non si può certo colpevolizzare in alcun modo Google ma che sicuramente colpiscono nel profondo.

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