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Tanti auguri Facebook, il re dei social network compie 8 anni

Secondo la storia ufficiale il 4 febbraio 2004 nasceva ad Harvard la prima versione della piattaforma social elaborata dal diciannovenne Mark Zuckerberg. Oggi Facebook non è solo un impero pronto ad entrare in Borsa ma una vera e propria rivoluzione sociale che ha lambito i quattro angoli del globo.
A cura di Angelo Marra
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Tanti auguri Facebook il re dei social network compie 8 anni

8 anni e li dimostra tutti. Non certo per anzianità, anche se nel web sono quasi un secolo. È al centro delle nostre vite, che ci piaccia o meno, e sembra che ci sia sempre stato. Come fare una foto con il telefonino, un gesto normale, anche per chi ha vissuto la giurassica era delle cabine SIP.

Anche Facebook è sempre lì, una fissazione per alcuni, un fastidio per altri, l'olimpo della condivisione e il tempio del voyeurismo.

La storia del social network la conosciamo tutti, per i meno appassionati ci ha pensato Hollywood a diffondere la leggenda del giovane Zuckerberg e della sua gallina dalle uova d'oro. La cronaca ci tiene informati sulle evoluzioni societarie dell'azienda, in procinto ormai di fare il suo ingresso a Wall Street, mentre i contenuti più interessanti riescono a passare persino nei tg, sempre restii a concedere spazio alla concorrenza della rete.

Su Facebook vanno le aziende per scoprire informazioni che i candidati omettono sapientemente nei curricula ben confezionati, su Facebook si organizzano persino le rivolte, come si è visto nella Primavera Araba.

Il dibattito politico affianca agli strali televisivi post al vetriolo contro il nemico di turno e le aziende si affannano a tenere incollati i “fan” ben consapevoli che il successo delle televendite è sul viale del tramonto ed occorre battere cassa in qualche maniera.

Il sito bianco e blu è terra di nessuno, occorrono migliaia di segnalazioni per sperare nella rimozione di qualche pagina razzista o violenta ma si rischia la sospensione del profilo per la foto di una madre che allatta un bambino; si può “sparare a un clandestino” ma una tetta manda in crisi il team Amish di Palo Alto.

Specchio fedele delle ipocrisie e delle contraddizioni della nostra società, nulla di più. Il popolo contribuisce gratuitamente ed in maniera totale al funzionamento di un impero che garantisce a pochi guadagni a dodici zeri.

Non è questo però il momento delle polemiche, il web 2.0 è tanto altro ancora e sono certo che i favori non tarderanno ad arrivare.

La storia insegna che le innovazioni, prima di apportare benefici all'umanità, sono utilizzate per scopi tutt'altro che nobili e quasi sempre per interessi oligarchici. Siamo ancora in quella fase, quella in cui le potenzialità espresse sono ancora le più basse, quelle di pancia, quelle degli interessi individuali e Facebook è lì a darne testimonianza.

L'auspicio è che possa essere i nuce in nuovo tipo di realtà dove il collettivo venga anteposto al singolo; dopo il web 2.0, anche una società 2.0, dove a cadere non siano solo le barriere della rete, ma anche quelle fisiche e reali.

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