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Tim Cook contro Facebook e i social: “I loro algoritmi favoriscono cospirazionismi e violenze”

il numero uno di Apple ha espresso posizioni ferme sui temi di privacy, riservatezza dei dati e diffusione della disinformazione, che mettono la casa di Cupertino in conflitto con gli interessi di aziende come Facebook che invece sui dati e sull’attenzione degli utenti realizzano profitti di miliardi.
A cura di Lorenzo Longhitano
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È scontro aperto tra Tim Cook e il mondo dei social network. Nel corso della conferenza Computers, Privacy and Data Protection che si è tenuta nella giornata di ieri, il numero uno di Apple ha espresso posizioni ferme sul tema della privacy e della riservatezza dei dati, che mettono la casa di Cupertino in conflitto con gli interessi di aziende come Facebook che invece sui dati e sull'attenzione degli utenti realizzano profitti di miliardi. Non solo: per Cook lo stesso modello commerciale sul quale si basano queste aziende è alla radice di frutti che in termini di polarizzazione dei dibattiti, di diffusione della disinformazione e di violenza stanno influenzando negativamente la società di oggi.

Il funzionamento dei social

Non è un mistero che Facebook, Instagram e numerose altre piattaforme di condivisione basino il loro successo economico sull'attenzione degli utenti. Da una parte mantenere gli occhi degli iscritti incollati allo schermo rende questi ultimi suscettibili agli annunci pubblicitari che compaiono tra un contenuto e l'altro. Dall'altra le pubblicità che possono essere direzionate a utenti già potenzialmente interessati ai prodotti proposti valgono molto di più rispetto a inserzioni generiche trasmesse senza criterio a chiunque. Questi due aspetti rendono i social particolarmente interessati da una parte a tenere alta l'attenzione delle persone con contenuti che interessano loro e ne provochino reazioni forti; dall'altra a conoscere sempre di più su ciò che li interessa.

La denuncia di Cook

"In un momento in cui la disinformazione e le teorie del complotto dilagano alimentate dagli algoritmi, non possiamo più chiudere gli occhi davanti a chi sostiene che ogni tipo di interazione è buona", ha affermato Cook. Il numero uno di Apple si riferisce indirettamente alla posizione di aziende come Facebook, che però da questo genere di interazioni trae profitto. Like a determinate pagine, commenti a determinati post, eventi e locali frequentati, amicizie, reaction, minuti di visualizzazione concessi ai video vengono infatti usati dai social per disegnare profili degli utenti che poi vengono utilizzati a scopi pubblicitari. Non è questo l'unico problema alla base del modello di sostentamento dei social denunciato dal numero uno di Apple. La volontà di mantenere alta l'attenzione degli utenti porta a mettere in evidenza contenuti che indignano e infiammano gli animi. "Quali conseguenze – si chiede Cook – avrà la scelta di dare la priorità a teorie complottiste e incitazioni alla violenza solo perché hanno un tasso di interazione elevato?".

Facebook nel mirino

Le teorie esposte non sono ovviamente farina del CEO della casa di Cupertino, ma sono critiche che vengono mosse ormai da tempo nei confronti delle piattaforme social e di condivisione. Questa non è neppure la prima volta che Tim Cook si esprime direttamente su questi temi, ma quest'ultima occasione scelta è a suo modo simbolica: nelle scorse ore Apple ha infatti annunciato il rilascio di un nuovo aggiornamento dei suoi prodotti che impedirà alle app di collezionare informazioni capaci di seguire gli utenti da una piattaforma all'altra. La mossa è stata accolta da critiche senza precedenti proprio da Facebook, e disegna i contorni di quello che nei prossimi mesi e anni potrebbe diventare uno scontro totale tra due colossi della Silicon Valley e le relative visioni del mondo.

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