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Triste debutto del Bitcoin a El Salvador: nella prima giornata perde il 10% del valore

Ieri, 8 settembre, è stato un giorno da dimenticare per il piccolo paese dell’America Centrale. Il debutto della criptovaluta come moneta con corso legale è stato un flop. Ha perso 10 punti per problemi tecnici che hanno impedito l’accesso a Chivo, il portafoglio di Stato. La capitale è stata anche teatro di una protesta popolare, una delle più violente da quando, due anni fa, Bukele ha preso il potere.
A cura di Ivano Lettere
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bitcoin 2019

Quando per la prima volta il Bitcoin fu legalizzato come moneta reale, il 9 giugno 2021, si pensava avrebbe cambiato le sorti di El Salvador, un paese in cui più di un terzo della popolazione vive in condizioni di estrema povertà. Un primato, quello della criptovaluta, salutato come se fosse una panacea. Ma le cose sono più complicate di quanto non voglia credere il presidente salvadoregno Nayib Bukele, principale sponsor di questa particolare moneta. Ieri, 8 settembre, è stata una giornata sfortunata per il debutto del Bitcoin come moneta con corso legale.

Nel suo primo giorno da cenerentola in un mondo dominato dal cash tangibile, la criptovaluta è colata a picco, perdendo 10 punti. Una serie di problemi tecnici hanno impedito l'accesso a Chivo, il portafoglio di Stato dove è possibile custodire i Bitcoin acquistati e con cui è possibile ottenere in regalo l'equivalente di 30 dollari in criptovaluta al momento del primo accesso.

Quali sono state le reazioni?

A rigor di logica, un simile evento dovrebbe preoccupare chi ha fatto affidamento sul nuovo sistema di pagamento. Così non è stato. Anzi, Bukele ha annunciato sul suo profilo Twitter di aver acquistato 550 Bitcoin, sfruttando il ribasso delle quotazioni. "Sembra che gli sconti stiano finendo. Grazie della caduta, Fondo Monetario internazionale, abbiamo risparmiato un milione in carta stampata".

A complicarle il tutto, si è aggiunta una protesta popolare nella capitale del Paese, nata e alimentata da forti opposizioni nei confronti dell'introduzione del Bitcoin. Non a caso, "Non vogliamo Bitcoin in El Salvador" è stato lo slogan intonato dalla folla. Secondo il portale di notizie elsalvador.com, molte organizzazioni sociali "sono scese in piazza ieri per protestare contro l'uso di criptovalute e chiedere che il Parlamento abroghi la legge sui Bitcoin, considerata da molti economisti come improvvisata e dannosa per l'economia nazionale". I manifestanti hanno anche colto l'occasione per protestare contro una possibile rielezione di Bukele a presidente.

Il parere dell'esperto

Sul sito salvadoregno è stato anche riportato il parere di Steve Hanke, docente di economia della John Hopkins University di Baltimora, da sempre critico nei confronti della strategia adottata dal presidente. Lo si può dedurre da questo tweet, pubblicato alla vigilia dell'approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge sui Bitcoin proposto da Bukele.

"Il primo giorno del Bitcoin in El Salvador è una anticipazione di quello che verrà nel prossimo futuro: caos monetario e disastro", ha dichiarato su elsalvador.com. "Come ho detto la volatilità dei Bitcoin implica che non può essere utilizzata come una unità contabile affidabile, e quindi non può essere presa come una valuta vera e propria", ha aggiunto. Un punto di vista autorevole di uno studioso che non si risparmia in quanto a critiche al vetriolo. Una presa di posizione, la sua, chiara e definita. D'altro canto, se, come dice, il presidente "sta giocando con i soldi dei contribuenti", non si può fare altrimenti.

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