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Truffe telefoniche, torna lo spettro dei servizi premium: come funzionano e come disattivarli

La frode, attiva dal 2013, è tornata a fare capolino nel corso dei primi mesi del 2015, quando alcuni utenti si sono visti recapitare un SMS dal numero 3399942***: “Abbonamento attivato al costo di 5 Euro/sett. Info e disattivazione: [Link]”.
A cura di Marco Paretti
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truffa telemobi

Basta effettuare per errore un tap su un banner pubblicitario per aprire un'altra pagina, dove ad attendere gli ignari navigatori c'è un pulsante pronto ad iscriverli a carissimi servizi a pagamento. Un tap di troppo e il danno è fatto: ci si ritrova a sottoscrivere senza consenso esplicito un abbonamento da decine di euro alla settimana, addebitati a nostra insaputa nella bolletta telefonica. È la truffa degli abbonamenti a sovrapprezzo sugli smartphone, il cui giro d'affari si aggira tra i 600 milioni e il miliardo di euro. E che in questi giorni sta colpendo nuovamente gli italiani attraverso i servizi proposti che, spesso, vengono attivati senza l'esplicita richiesta dei consumatori.

La frode, attiva dal 2013, è tornata a fare capolino nel corso dei primi mesi del 2015, quando alcuni utenti si sono visti recapitare un SMS dal numero 3399942***: "Abbonamento attivato al costo di 5 Euro/sett. Info e disattivazione: [Link]". A questo punto per gli utenti si apre un vero e proprio calvario alla ricerca non solo della disattivazione del servizio, ma anche di un eventuale rimborso. Solitamente basta accedere al link ed eliminare la propria sottoscrizione, ma spesso bisogna contattare direttamente il servizio clienti tramite una mail o un numero di telefono opposto. Dove, però, nessuno parla di rimborsi. Per questi solitamente bisogna rivolgersi agli operatori, che nelle risposte sono altalenanti. Basta leggere i commenti sulle varie pagine Facebook di Tim, Vodafone e Tre per capire che alcuni utenti li ricevono e altri no.

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L'importante è attivarsi subito dopo aver ricevuto l'SMS dal numero sopracitato, perché in caso contrario il servizio continuerà a scalare 5€ ogni settimana, pesando gravemente sulla propria bolletta telefonica. Oltre alla disattivazione del servizio, la soluzione definitiva è quella di chiamare l'operatore e chiedere di impedire ad ogni servizio a pagamento di effettuare un accredito sul proprio conto. In questo modo, però, non avremo la possibilità di utilizzare servizi legali e approvati, come per esempio l'opzione Spotify attivabile da chi ha un abbonamento Vodafone.

A gennaio l'Agcom ha pubblicato un documento di 72 pagine nel quale si afferma che, d'ora in avanti, i responsabili di questi servizi a pagamento dovranno richiedere l'esplicito consenso prima di addebitare costi agli utenti. Per esplicito consenso si intende un'azione che coinvolga attivamente il consumatore e non un semplice tap. L'Agcom suggerisce uno scenario nel quale l'utente deve inserire il proprio numero telefonico prima di accettare l'offerta, in modo da evitare sottoscrizioni involontarie come quelle che da anni tormentano gli italiani.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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