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Tutti pazzi per Twitter ma non in Italia

Secondo le ultime rilevazioni la piattaforma di microblogging sfiora il tetto dei 400 milioni di account nel mondo, con gli Stati Uniti che rappresentano il bacino maggiore. Crescita record soprattutto nelle nuove economie come Brasile e Indonesia, ma l’Italia è fuori dalla Top 20.
A cura di Angelo Marra
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Successo inarrestabile per Twitter, la famosa piattaforma di microblogging ormai celebre in tutto il mondo. Star del cinema e della musica, politici, scrittori, giornalisti, con la diffusione del social network sembra che tutti stiano correndo ad accaparrarsi un posto nella grande famiglia che ormai conta circa 380 milioni di account.

Semiocast ha realizzato una ricerca utilizzando come dati le lingue utilizzate sulla piattaforma, la geolocalizzazione dei tweet (se preventivamente autorizzata dall'utente) e le impostazioni pubbliche dei profili relativi al luogo di provenienza per stilare una classifica di quali paesi risultano i maggiori utilizzatori di Twitter.

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Scopriamo così che oltre 107 milioni di utenti twittano dagli Stati Uniti, il mercato più vasto della piattaforma con il 28% degli iscritti totali. Un trend decisamente in crescita, se si considera che solo nello scorso dicembre sono stati attivati più di 5,6 milioni di nuovi profili a stelle e strisce.

Il successo di Twitter si misura però non solo in realtà già avanzate dal punto di vista tecnologico come gli States, ma anche nelle economie emergenti come Brasile e Indonesia, dove per il sito dell'uccellino è un vero e proprio boom.

Il gigante sudamericano infatti si piazza al secondo posto dopo gli USA per numero di iscritti sorpassando anche il Giappone, che però mantiene una frequenza di utilizzo maggiore rispetto a quella brasiliana, con il 30% degli utenti nipponici che hanno twittato almeno una volta in un lasso di tempo di 3 mesi (rispetto al 25% del Brasile). Il giapponese si conferma anche la seconda lingua più parlata sulla piattaforma, anche se si registra una forte crescita dell'arabo, grazie anche al successo di Twitter durante le rivolte in Medio Oriente e in Africa.

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A dominare la classifica di utilizzo invece, a sorpresa si piazzano al primo posto i Paesi Bassi, con il 33% degli utenti che hanno aggiornato il loro profilo tra il 1 settembre 2011 e il 30 novembre 2011, il lasso di tempo preso in esame da Semiocast per stilare la classifica. La percentuale sale fino al 52% se si considera qualsiasi attività svolta sulla piattaforma, compreso il cambiare l'immagine del profilo, aggiornare le info e così via.

La media in generale peri vari paesi si assesta intorno al 27%, a dimostrazione che gran parte dell'utilizzo di Twitter sta nel leggere i post altrui, nonostante da qualche mese il traffico del social network sia stato man mano escluso dai risultati di ricerca di Google, una delle principali vetrine della piattaforma.

L'Italia non è certo la nazione dove Twitter ha trovato il suo nido migliore. Con circa 1,2 milioni di account creati, il nostro paese non rientra tra i primi 20 nel mondo in termini di profili attivati, mentre secondo alcuni dati la frequenza di aggiornamento risulta intorno al 27%, lo stesso valore registrato per i paesi dove la piattaforma è maggiormente diffusa.

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