Cinquanta milioni di smartwatch venduti entro 12 mesi dalla presentazione ufficiale. E' questo l'obiettivo che si sarebbero fissati i manager di Cupertino in previsione dell'iWatch, il primo – discussissimo – dispositivo indossabile prodotto da Apple, che dovrebbe fare il suo ingresso nella società il prossimo autunno, assieme all'iPhone 6, iOS 8 e il nuovo Mac OS X 10.10 Yosemite.
Un dispositivo importante, che si andrebbe a inserire in un mercato ormai dominato da competitor come Samsung, azienda ormai già arrivata alla seconda generazione del suo Gear. Intanto, secondo quanto scrive 9to5mac, il colosso di Cupertino sarebbe già testando il dispositivo con l'aiuto di diversi sportivi professionisti, tra cui la star de basket Kobe Bryant.
Sono ormai mesi che se ne parla, ma secondo gli ultimi rumor lo smartwatch di Apple potrebbe essere caratterizzato da un display da 2,5 pollici e – a differenza di quanto si aspettano gli appassionati di tutto il mondo – il design potrebbe avere una forma rettangolare, leggermente bombata, ben distante quindi dal display totalmente rotondo del Moto360.
Con l'iWatch Apple punterebbe anche alla clientela di sportivi e interessati alla salute e al fitness, e lo farebbe, oltre che con il suo nuovo Health di iOS 8, integrando una serie di sensori biometrici in grado di rilevare in tempo reale il battito cardiaco, la pressione sanguigna, la tipologia di allenamento e lo stile di vita degli utenti.
Apple non può più tardare, il rischio è quello di perdere una cospicua fetta di un mercato potenzialmente. A confermarlo è anche il “The Digital Health Revolution”, il rapporto annuale sulla salute digitale firmato dall’agenzia internazionale di comunicazione Hotwire, nel quale è stata più volte evidenziata una straordinaria crescita dell'interesse e degli investimenti in questa tipologia di dispositivi: solo negli Stati Uniti d'America nel 2013 gli investimenti in dispositivi e software destinati alla salute digitale sono cresciuti di oltre il trentanove percento rispetto al 2013, raggiungendo la quota di 1,9 miliardi di dollari. Ad oggi, inoltre, oltre il venti percento dei possessori di uno smartphone, ha installato almeno un'applicazione dedicata alla biodiagnostica, una percentuale importante destinata a crescere esponenzialmente e raggiungere – entro il 2017 – quota cinquanta percento.