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Twitter, censurati 5 account non graditi a Sarkozy

Bufera in Francia dove il presidente Sarkozy, a una settimana dall’inizio della campagna elettorale, ha preteso la rimozione di alcuni account su Twitter che ironizzavano su di lui e sulla sua campagna per le presidenziali. La piattaforma di microblogging sempre più piegata ai voleri delle autorità.
A cura di Angelo Marra
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A Nicolas Sarkozy l'ironia sulla sua persona e sulla sua attività politica non piace proprio. Non si tratta di quell'antipatia che qualsiasi esponente del “potere” nutre nei confronti del suo cane da guardia, ovvero la libera informazione, bensì della ferrea volontà di far tacere qualsiasi voce fuori dal coro, anche se si tratta di quella satira che riesce a trovare spazio persino in paesi colpiti da editti bulgari. In Francia no, l'ironia non è gradita soprattutto nei confronti del presidente. Quando si parla di censura, di filtraggio della rete, di controllo dei social network la nostra mente immediatamente vola in Cina, Iran, Siria, e in tutte quelle nazioni così lontane dalla nostra moderna democrazia occidentale, vessate da dittature e governi repressivi. .

Quello che però molti di voi forse non sanno è che tale controllo serrato è possibile grazie a mezzi tecnologici e sofisticate apparecchiature nella cui produzione la Francia è tra i maggiori leader mondiali. Il paese transalpino ha dimostrato negli ultimi anni una certa dimestichezza con la censura della rete, sia esportando il suo pregiato made in France in quelle nazioni dove i diritti umani sono una specie di chimera, sia applicando lo stesso atteggiamento (ma più politically correct) tra le pareti di casa. E così, a una settimana dall'avvio della prossima campagna elettorale per la presidenza, Sarkozy ha optato per un controllo capillare della rete francese, incluse le sospensioni arbitrarie di account di Twitter e Facebook che osavano in qualche modo ironizzare sul premier e sulla sua corsa per la riconferma del mandato.

Bisogna chiarire però alcuni elementi importanti. Il primo è che Twitter prevede nel suo regolamento la cancellazione di profili personali non realmente corrispondenti alle persone reali, questo ovviamente per tutelare l'identità in rete. Sempre nel regolamento della piattaforma di microblogging è previsto però che tali pagine, se di chiaro intento satirico (specificazione che va chiarita nel who is del account e visibile a tutti) non incorrono in alcun tipo di censura. Il terzo ed ultimo punto riguarda proprio la richiesta di rimozione, che naturalmente deve provenire dalla persona che in qualche maniera si ritenga lesa nei suoi diritti, laddove questo accada in maniera palese ed inequivocabile. Chiariti questi punti, è naturale che la chiusura di 5 account invisi al Presidente Sarkozy abbia fatto scoppiare un putiferio in Francia.

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Il più popolare tra questi, @_nicolassarkozy, una chiara e manifesta parodia relativa all'inquilino dell'Eliseo, dichiarava in maniera inequivocabile il suo carattere ilare e satirico ed era assai difficile che potesse essere confuso con quello reale del presidente francese. Nonostante ciò il Governo ha preteso l'immediata cancellazione del profilo, forse convinto ancora di essere nel regime di Vichy, in barba a qualsiasi legge sulla libertà di espressione. Una mossa assai poco furba da parte delle autorità francesi e che avrà conseguenze sicuramente negative sulla corsa alle presidenziali del Sig. Bruni. Il motivo è presto detto; se la politica ha da sempre una spiccata attitudine al controllo dell'informazione, soprattutto online, il popolo francese ha dimostrato ben poca accondiscendenza nei confronti di tali provvedimenti, non facendosi alcuno scrupolo a scendere in piazza e manifestare in maniera anche violenta il proprio sdegno.

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Il “caso Berlusconi” ci ha insegnato che maggiore è il controllo e la lotta contro la libera informazione, maggiore sarà la spinta che questa avrà, magari non a livello visibile ma nel background della rete. In poche parole Sarkozy otterrà presumibilmente l'effetto opposto a quello sperato e la dimostrazione sta nella popolarità che il caso sta ottenendo in Francia, forse maggiore di quella di cui godevano i famigerati account criminali. Per ciò che riguarda Twitter il caso francese rappresenta l'ennesimo passo falso della piattaforma di microblogging in direzione della censura. Quello che un tempo veniva definito come l'ultimo baluardo della libertà negli ultimi tempi ha cambiato drasticamente policy, dimostrando di avere maggiore interesse nel compiacere le volontà delle diverse autorità locali piuttosto che garantire quella libertà di informazione che era alla base dei principi del servizio.

La rimozione degli account sgraditi, seppure perfettamente aderenti alle regole del social network, si unisce al provvedimento varato da Twitter recentemente e che consente di filtrare per paesi alcuni argomenti sgraditi a governi locali e il caso francese è la dimostrazione che l'intervento della piattaforma su alcuni account non ha fondamenta nell'illegalità ma solo nell'odiosa volontà di governi e autorità di tacere qualsiasi voce contraria.

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