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Opinioni

Twitter, i Servizi Segreti USA vogliono un “rilevatore di sarcasmo”

Un algoritmo in grado di analizzare i tweet in tempo reale e distinguere quelli sarcastici. E’ questa la proposta fatta dai Servizi Segreti statunitensi, a lavoro per “ottimizzare la capacità di ricerca e gli strumenti di controllo dei i social network”
A cura di Dario Caliendo
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Non c'è nulla di sarcastico nella proposta fatta dai servizi segreti americani, desiderosi di utilizzare soluzioni alternative per individuare messaggi e contenuti potenzialmente pericolosi, pubblicati nel social network da 140 caratteri.

Il nuovo algoritmo dovrebbe essere in grado di analizzare in tempo reale e nel dettaglio, tutti i post pubblicati su Twitter, in modo da riuscire a distinguere quelli sarcastici o i falsi positivi, da quelli potenzialmente veritieri: in soldoni, se un utente il cui aereo è in ritardo pubblicasse un post su Twitter nel quale esterna il suo desiderio – sarcastico – di "far saltare in aria l'aeroporto", il nuovo sistema pensato dai Servizi Segreti statunitensi si renderebbe conto della falsa minaccia.

Ma non finisce qui. La tecnologia proposta non servirebbe solo per identificare i messaggi sarcastici, almeno è questo quanto racconta un portavoce dei Servizi statunitensi al Washington Postche mette in evidenza la necessità di disporre di uno strumento funzionale per aiutare i Servizii Segreti a misurare l'opinione pubblica online e affrontarne addirittura i reclami.

"Il nostro obiettivo è quello di automatizzare il processo di monitoraggio dei social media" – spiega Ed Donovan, il portavoce dei Servizi Segreti USA – "La capacità di rilevare il sarcasmo e i falsi positivi e solo una delle 18 nuove modalità che stiamo studiando per migliorare la capacità di ricerca dei nostri algoritmi di controllo".

Il controllo dei social media è un argomento importante e delicato, e il dipartimento di Homeland Security degli Stati Uniti d'America lo sa benissimo. E' di circa tre anni fa la notizia che ha visto proprio i Servizi Segreti statunitensi citati in giudizio da un gruppo specializzato in privacy online, proprio per analizzare gli strumenti utilizzati per il controllo delle piattaforme sociali: i documenti presentati nel corso del processo hanno messo in evidenza che alcuni agenti erano stati incaricati di creare una serie di report su alcuni "elementi di interesse", tra cui le direttive politiche e l'opinione pubblica circa la possibilità di trasferimento di alcuni detenuti di Guantanamo in una prigione del Michigan.

Certo, siamo ancora lontani dalla realizzazione di un algoritmo di analisi con queste potenzialità ma, studiando nel dettaglio la richiesta fatta dall'Agenzia americana, si evince che i software dei quali dispongono sono a dir poco datati: nel documento nel quale vengono descritti i requisiti che dovrebbe supportare l'algoritmo, si parla di una compatibilità con Internet Explorer 8, un browser rilasciato nel 2006.

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