Twitter vs San Francisco: “Niente tasse o ce ne andiamo”
Mentre si appresta a festeggiare il ritorno di uno dei suoi padri-fondatori, un’agguerrita Twitter, mai vista così prima d’ora, ha dato un ultimatum chiaro e preciso al consiglio del comune californiano di San Francisco. Il messaggio in questione “Niente tasse o ce ne andiamo” già fa gola al South Bay che sta pregustando per sé nuove opportunità.
Sulla scia di Twitter altre importanti start-up del social networking a sfondo commerciale come Zynga, uno degli astri nascenti della Silicon Valley con giochi come FarmVille e CityVille, hanno anche esse minacciato di abbandonare immediatamente la città qualora non riuscissero ad ottenere adeguati vantaggi fiscali.
Ma già in passato sono sorte diatribe tra compagnie di telecomunicazioni ed il comune californiano in quanto imponeva loro di rendere pubblico il livello di radiazioni emesse dai loro apparecchi telefonici. La questione è finita in un’aula di tribunale e così ora spetta solo alla Corte Costituzionale dello stato pronunciarsi.
Un assessore dello stato californiano, Mark Farrel è propenso a favorire la permanenza in città delle grandi società, e per ottenere questo obiettivo occorrono creare soluzioni di lungo periodo. Ed il sindaco pro-tempore della città, l'asiatico David Chu, propone di eliminare per sei anni le tasse sui salari e sui dividendi, ma a patto che le imprese che ricevono l'esenzione fiscale si impegnino a trasferirsi in un'altra zona della città. La zona in questione è il Tenderloin District, la parte più malfamata della città. Così che le decine di milioni di dollari che queste società spendono ogni anno in città potrebbero contribuire a riqualificare questi distretti malfamati.