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Fortnite, il videogioco dei record

Un padre ha ritirato il figlio 16enne da scuola per farlo giocare a Fortnite

Per il padre, Jordan Herzog ha una carriera multimilionaria che lo aspetta nel mondo degli esport. Il ragazzo ha già guadagnago 60.000 dollari nei tornei nei quali ha partecipato e ad oggi si allena dalle 8 alle 14 ore al giorno. Online e offline non sono mancate le critiche, che però il padre rimanda al mittente.
A cura di Lorenzo Longhitano
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Online è conosciuto come Crimz, ma lontano dalle arene di Fortnite è Jordan Herzog: un ragazzo statunitense di 16 anni che in accordo con il padre ha deciso di abbandonare la scuola per sfondare nel mondo degli esport e in particolare in quello del celebre sparatutto online. La storia è stata raccontata sulle pagine del Boston Globe che ha intervistato il padre del ragazzo, il quale lo ha spinto e incoraggiato a diventare un asso degli sport elettronici fin dall'età di 3 anni.

Il figlio — ha raccontato — in realtà non ha abbandato completamente gli studi, ma sta completandoli attraverso un portale online che frequenta per qualche ora ogni giorno prima di lanciarsi nelle sessioni di allenamento e competizione dedicate a Fortnite, che a loro volta occupano dalle 8 alle 14 ore al giorno. Competere online ha già fruttato a Jordan circa 60.000 dollari (reinvestiti per l'acquisto di strumentazione da gioco professionale), ma per il padre la carriera del ragazzo è appena iniziata e potrebbe fruttargli milioni — tanto che stando alle parole riportate dal Boston Globe "l'ha allevato appositamente per questo", dopo aver previsto l'ascesa degli esport "prima di chiunque altro".

La storia riportata dal Boston Globe è ricca di aneddoti che raccontano ad esempio di come il ragazzo debba mangiare davanti al monitor del computer, separatamente dalla famiglia per non distrarsi, di come la sua vita personale venga influenzata dalla decisione di diventare un giocatore professionista e di come le scelte del padre abbiano portato la scuola e le altre famiglie a criticarlo. Quest'ultimo del resto sostiene che se Jordan fosse stato avviato a una comune attività sportiva o ricreativa nessuno avrebbe avuto da ridire, liquidando le critiche come un semplice moto di diffidenza nei confronti del mondo dei videogiochi.

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