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Opinioni

Urna elettronica, perché non si utilizza per l’elezione del Presidente della Repubblica?

Quella della votazione del Capo dello Stato è una procedura lenta e lunga. Eppure per agevolarla basterebbe aggiornare il metodo di voto, abbandonando la classica urna e passando al metodo digitale. Che ha anche un nome accattivante: urna elettronica. È possibile?
A cura di Marco Paretti
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urna elettronica presidente repubblica

Siamo al secondo giorno di voto. Nell'aula di Montecitorio il Parlamento a camere riunite continua ad effettuare tentativi per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Due votazioni questa mattina, poi ancora una terza nel pomeriggio. Quella della votazione è una procedura lenta e lunga, resa ancor più difficoltosa dagli inevitabili scontri verbali, polemiche e foto scattate ai voti (che in teoria dovrebbero essere segreti). Eppure per agevolare tutta la procedura basterebbe aggiornare il metodo di voto, abbandonando la classica urna e passando al metodo digitale. Che ha anche un nome accattivante: urna elettronica. È possibile?

Prima di rispondere, è necessario comprendere come funziona attualmente il metodo di voto. Il Capo dello Stato è eletto dal Parlamento a camere riunite e tre delegati per ogni regione (a parte la Valle D'Aosta con un solo delegato). In totale ci sono 1009 Grandi Elettori suddivisi in 630 deputati, 315 senatori elettivi, 6 senatori a vita e 58 rappresentanti regionali. I senatori a vita sono Mario Monti, Carlo Azeglio Ciampi, Renzo Piano, Elena Cattaneo, Carlo Rubbia e Giorgio Napolitano. L'elezione avviene per scrutinio segreto a maggioranza qualificata (due terzi, pari a 672 voti) per le prime tre votazioni. Dalla quarta in poi è necessaria la maggioranza assoluta, cioè il 50% + 1. Le votazioni si svolgono mediante schede; vengono chiamati prima i senatori, poi i deputati e infine i rappresentanti regionali. Questi si recano in apposite cabine (i catafalchi), dove scrivono a matita il nome del candidato sulla scheda timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. In seguito la scheda, piegata in quattro parti, viene riposta all'interno dell'urna di vimini e raso verde progettata da Ernesto Basile. Lo spoglio viene effettuato dal presidente della Camera, che legge i nomi riportati sulle schede. È facilmente immaginabile che, soprattutto in un clima teso, questa procedura subisca forti rallentamenti e, visto che la chiamata riguarda 1009 persone, si prolunghi per diverse ore e giorni.

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L'alternativa si chiama urna elettronica e altro non è che un apparecchio in grado di dimezzare fino al 50% il tempo impiegato per il voto e lo scrutinio. In realtà si chiama urna messicana e il modello più avanzato è stato sviluppato dall'IEPC dello Stato di Jalisco. È costituita da tre elementi principali: un touchscreen, una stampante e una batteria di riserva. Il primo serve per selezionare i vari elementi della scheda, la stampante è necessaria per stampare la ricevuta con l'indicazione del votato e la batteria è utile in caso di blackout: dura 5 ore. La ricevuta, che non riporta il nome del votante, viene stampata e custodita in un contenitore sigillato all'interno dell'urna, aperto dal Presidente di seggio solo in caso di contestazioni. L'utilizzo dell'urna elettronica comporta diverse agevolazioni, in particolare perché di fatto digitalizza l'intero processo di votazione e di scrutinio, riducendone enormemente i tempi. L'elettore deve semplicemente selezionare il nome del votato o, in alternativa, le opzioni per scheda bianca o scheda nulla. Il sistema lo avverte anche nel caso abbia selezionato più voci per errore.

Il sistema elettronico è utilizzato su larga scala in India e in Brasile. Ma anche Negli USA, dove durante le ultime elezioni in molti stati si è votato tramite sistema digitale. L'urna elettronica, che secondo i suoi creatori  è sicura, trasparente e a basso costo, in Italia è arrivata in via sperimentale su scala ridotta. In particolare solo per un paio referendum, come quello del 2013 nei comuni di Melpignano e Martignano, e alcune sezioni elettorali in occasione di elezioni politiche. In Italia lo scrutinio elettronico avviene su computer portatili "vuoti" il cui sistema operativo e software per la gestione girano su un DVD non riscrivibile. Il dibattito sulla sicurezza di questi sistemi è poi una questione a parte. Da anni gli esperti di sicurezza si scontrano sul tema: le urne elettroniche sono sicure? Non del tutto, in effetti. Tra problemi tecnici e falle nella sicurezza, alcuni esempi hanno dimostrato che questi sistemi possono essere facilmente modificati. Nel 2006 alcuni studenti dell'università di Princeton sono riusciti a modificare software e memoria dell'urna elettronica in soli 120 secondi, una possibilità poi confermata da alcuni esperti olandesi. Ci sono poi i problemi di desincronizzazione – che nel 2000 hanno fatto perdere 16.000 voti ad Al Gore – e quelli legati agli attacchi hacker: se connesse alla rete, le macchine potrebbero essere infettate da virus e malware. La soluzione è l'integrazione del sistema di stampa che, creando una ricevuta cartacea, permette di procedere ad una verifica a posteriori.

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Ora che abbiamo inquadrato il sistema di voto del Presidente della Repubblica e il funzionamento dell'urna elettronica possiamo tornare alla domanda iniziale. Perché non si vota in maniera digitale? D'altronde nella maggior parte delle votazioni parlamentari il sistema elettronico è largamente utilizzato. Il cosiddetto A-SI-NO (Astenuto, Sì, No) è ormai pienamente integrato nel sistema di voto, anche se i problemi, come i "pianisti", non mancano. L'urna elettronica potrebbe però agevolare di molto le votazioni nel caso dell'elezione del Capo dello Stato, peraltro assicurando le dovute misure di sicurezza. Il motivo per cui viene messa in atto tutta questa (lunga) procedura è più semplice di quanto ci si possa immaginare. L'elezione del Presidente della Repubblica è un cerimoniale, un momento importante per tutto il Paese la cui solennità è garantita dal metodo dell'urna classica in vimini e raso. È come il cambio della guardia a Buckingham Palace: una grande, lunga e anche un po' strana (nel 2015) sfilata che di fatto non fa altro che portare avanti la solennità del cerimoniale. L'urna elettronica potrebbe togliere molta atmosfera, a favore, però, di una maggiore efficenza nella votazione e nello scrutinio. Infine, proponendo l'urna elettronica non si vuole eliminare la sacralità dell'evento, ma semplicemente traslarne gli elementi celebrativi su altro, snellendo e ammodernando le modalità per velocizzarne il processo. Senza per questo snaturarne la natura solenne.

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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