Quando Samsung presentò il suo primo Gear VR e Facebook annunciò l'acquisizione di Oculus, la mia opinione su questa nuova realtà era piuttosto scettica. E, sostanzialmente, i primi visori per la realtà virtuale (compreso il PlayStation VR) sono stati un flop piuttosto importante. Il motivo? Era troppo presto. Creare hype per un prodotto "rivoluzionario" per poi vendere dispositivi da un lato di scarsa qualità (sia in termini di confort e qualità dell'immagine, che in termini di contenuti interessanti) oppure estremamente costosi e avidi di potenza di calcolo, si è rivelata una scelta sbagliatissima che non solo ha spento tutto l'interesse delle persone "normali", ma ha anche creato una brutta associazione di idee verso questa tecnologia.
Insomma, chiunque abbia acquistato uno dei primi visori per la realtà virtuale, dopo i primi 15 minuti di utilizzo e svanito l'effetto "wow", probabilmente l'avrà riacceso altre 2/3 volte, magari per stupire gli amici. E basta. Perché, ammettiamolo, le immagini si vedono male, in alcuni casi servono cavi o smartphone compatibili, fanno venire mal di testa ed in realtà non c'è alcun contenuto per il quale valga la pena isolarsi dal mondo reale.
Ed è qui che entra in gioco Oculus, che con il suo Go vuole puntare al mercato di massa e lo fa con un dispositivo del tutto indipendente da smartphone, console o computer, nel quale è possibile usufruire di migliaia di contenuti disponibili già al momento del lancio e che costa 219 euro per la versione da 32 GB e di 269 per quella da 64 GB. Ma sarà abbastanza per far diventare la realtà virtuale mainstream?
Prodotto in collaborazione con Xiaomi, il nuovo visore per la realtà virtuale è realizzato in plastica, con una scocca che di certo non sarà la più elegante, ma che una volta indossata rivela la sua comodità e robustezza. Sono presenti delle fasce elastiche regolabili per adattarlo alla testa e seppur ci metterete qualche minuto per trovare l'impostazione più comoda, una volta adattato il visore in base alle vostre caratteristiche fisiche, quasi non lo sentirete addosso nonostante i 467 grammi di peso.
In sostanza, l'ergonomia di Oculus Go è buona, ma come ogni visore per la realtà virtuale soffre di due problemi semplicissimi: il rivestimento in gomma morbida, che viene a contatto con il viso, dopo un lungo periodo d'utilizzo potrebbe iniziare a dare fastidio alla pelle e le lenti rischiano di appannarsi con frequenza, soprattutto in ambienti caldi.
Il tutto viene gestito da un controller, simile a quello del Gear VR che, nonostante sia troppo plasticoso, è sempre preciso e molto comodo: integra un grilletto, un touchpad con quattro tasti, un pulsante per tornare indietro e un tasto Home che, premuto a lungo, ricalibrerà la visuale.
È presente un ingresso per le cuffie cablate e un connettore microUSB con il quale si potrà ricaricare il visore ed accedere a tutti i file interni, come in un qualsiasi smartphone Android. Ma la feature che lascia più a bocca aperta è il sistema audio 3D integrato, che grazie a un particolare sistema di rifrazione delle onde audio, è in grado di propagare il suono anche sulle fasce che avvolgono la testa: il risultato è uno spettacolo e la sensazione 3D è reale e tangibile, soprattutto con contenuti che sfruttano al meglio questa tecnologia.
Il visore di Facebook è il primo VR stand-alone, che non ha bisogno di alcuno smartphone (o computer) per funzionare. Ad animare Oculus Go (che utilizza un software palesemente basato su Android) è un processore Qualcomm Snapdragon 821, il top di gamma del 2016 per intenderci, che nonostante renda piuttosto lunghe le attese di caricamento di giochi e applicazioni, è in grado di gestire tutti i contenuti disponibili con estrema fluidità, senza la perdita di fotogrammi: una caratteristica importantissima, che riduce (ma non elimina) il rischio di mal di testa.
Il display è un LCD WQHD con una risoluzione di 2560 x 1440 pixel. Una buona risoluzione che accompagnata da una frequenza di aggiornamento massima di 72 Hz (che non supera quasi mai i 60 Hz, in realtà) rende il pannello tutto sommato buono. La qualità delle immagini è senza dubbio migliore e più comoda per gli occhi rispetto alla gran parte dei visori disponibili, ma in ogni caso il problema delle aberrazioni cromatiche, della visibilità dei pixel e delle distorsioni lungo i bordi delle immagini è sempre presente.
Utilizzare l'Oculus Go è un piacere e per farlo non occorre collegare nulla, ne cavi ne dispositivi. Si può utilizzare sia in piedi che seduti, ma il mio consiglio è utilizzare una comodissima sedia girevole e grazie al riposizionamento dell'immagine, si potrebbe anche pensare di utilizzare Netfix, il browser (sì ha un browser e funziona anche bene) e gli altri contenuti "statici" da stesi, a pancia in su. Insomma, il telefono serve solo per la prima accensione, e questo piccolo particolare fa venire voglia di indossare e utilizzare il Go molto più spesso.
Tutto molto bello, direte voi, ma ogni medaglia ha una seconda faccia. Il più grande limite di Oculus Go è l'impossibilità di muoversi nello spazio. Il visore di Facebook utilizza solo dei sensori su tre assi e non è dotato di alcuna tecnologia di posizionamento. È chiaro, si tratta di un visore da portare in giro, costa poco, e sostanzialmente il posizionamento "6D" è una caratteristica che ci si aspetta da dispositivi ben più cari e complessi, ma si tratta di una limitazione che rende il tutto meno immersivo.
Fortunatamente il software disponibile nel fornitissimo Store di Oculus Go è chiaramente progettato a dovere e in fin dei conti è in grado di garantire un'esperienza piuttosto convincente. La maggior parte dei titoli presenti nello store sono dei semplici porting di software e giochi già visti con Oculis Rift e Gear VR, solo circa 100 sono originali e pienamente ottimizzati per il VR di Facebook.
Ma qual'è lo scopo di un visore del genere? Cioè, parliamoci chiaro, per quale recondito motivo una persona "normale" dovrebbe isolarsi dal mondo reale? La realtà dei fatti è che non c'è motivo. Con Oculus Go è possibile utilizzare Netflix, certo, ma dopo aver visto una puntata di un'ora di una qualsiasi serie TV ci si sentirà gli occhi estremamente stanchi. Potrebbe essere comodo per i viaggi in aereo, per esempio, ma attualmente Netflix non permette il download delle puntate, fortunatamente è possibile salvare in locale file video.
È possibile incontrare i propri amici "virtuali" in un ambiente totalmente personalizzabile, nel quale è possibile vedere in compagnia video, ascoltare musica e perfino sfidarsi con dei giochi da tavola (per ora ancora in inglese), certo, ma dopo un paio di incontri "svanisce la magia" e diventa tutto più noioso.
Il vero punto di forza di Oculus Go, o meglio di questi visori, è l'educazione. E non parlo di quella “scolastica”, ma parlo di un arricchimento personale che potrebbe avere chiunque utilizzi questa tecnologia a dovere. È quando ci si immerge in documentari 3D a 360 gradi, video in 8K, e soprattutto applicazioni scientifiche interattive, che ci si rende conto di quanto il futuro del VR possa essere interessante e magico. Con Oculus Go e alcune delle app già presenti nello store, sono stato in grado di apprendere nozioni scientifiche, geografiche e storiche con un'immediatezza, una chiarezza e una semplicità impagabile. Oltre al gaming e all'intrattenimento, che in Oculus Go non mancano e sono ben ottimizzati, il futuro di questi visori immersivi deve puntare sulle "esperienze" dalle quali, credetemi, si esce sempre arricchiti di qualche nuova nozione e magari qualche emozione.
È quindi ancora troppo presto per la realtà virtuale? Probabilmente sì. Ma è chiaro che Oculus Go è il dispositivo che apre una nuova era per questa tecnologia, e lo fa grazie all'immediatezza, alla comodità e a una piattaforma software che nonostante sia ancora piuttosto limitata dall'hardware, è ormai robusta, solida e ricca di alternative interessanti.
Lo store di Oculus è eccezionale e pensate che è anche possibile assistere ad alcune partite dei mondiali in compagnia dei propri amici virtuali. Insomma se ormai la proporzionalità tra successo di una teconologia e qualità del software che la gestisce è diventato un assioma, è altresì vero che in quanto a software e immediatezza Oculus Go è il meglio che si possa trovare oggi sul mercato consumer. Il futuro del VR è ancora incerto, ma la direzione intrapresa da Facebook e Oculus è sicuramente quella giusta.