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Vittoria a metà per l’Antitrust contro Facebook: multa dimezzata, il Tar gli dà torto sulla privacy

Il Tar ha dato ragione all’Antitrust solamente su una delle due pratiche di Facebook indicate come scorrette dall’autorità. Sulla seconda, relativa alla trasmissione dei dati personali ad aziende terze, il Tar ha dato ragione al social network, dimezzando la multa da 10 a 5 milioni di euro.
A cura di Marco Paretti
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Da 10 milioni a 5 milioni di euro di multa, con metà delle accuse respinte. È la sentenza del Tar del Lazio in merito al provvedimento Antitrust che aveva imposto al colosso dei social network una sanzione pari a 10 milioni di euro, una cifra ora dimezzata perché, secondo il Tar, una delle due condotte criticate dall'autorità non sarebbe stata analizzata in maniera corretta. Una vittoria a metà, quindi, che per Altroconsumo – che aveva inviato le prime segnalazioni all'Antitrust – resta un esito positivo. "Il Tar riconosce il principio più importante, che i dati degli utenti hanno un valore" ha spiegato Marco Pierani, responsabile rapporti istituzionali di Altroconsumo. "Un punto su cui stiamo portando avanti una class action, di cui tra due mesi il Tribunale di Milano valuterà l'ammissibilità".

A finire nel mirino dell'autorità sono state due pratiche portate avanti da Facebook. Da un lato la presenza di un'informativa troppo scarna mostrata al momento della registrazione degli utenti, soprattutto per tutti quelli registrati prima dell'aprile 2018, che di fatto non si trovavano davanti spiegazioni abbastanza dettagliate sull'utilizzo che il social avrebbe poi fatto dei loro dati. Su questa il Tar ha dato ragione all'Antitrust. Dall'altro il sistema di condivisione dei dati degli utenti con realtà di terze parti, un dettaglio particolarmente sensibile perché di fatto legato a stretto giro allo scandalo di Cambridge Analytica.

Su questo punto, però, il Tar ha dato ragione a Facebook, indicando che "la ricostruzione del modello di funzionamento del meccanismo di integrazione delle piattaforme riportata nel provvedimento sconta dei travisamenti in punto di fatto che inficiano la correttezza del percorso motivazionale seguito dall'Autorità", ai quali si aggiunte un provvedimento "illegittimo in ragione di vizi di cattiva ricostruzione del funzionamento dell'integrazione delle piattaforme e dell'assenza di elementi sufficienti a dimostrare l'esistenza di una condotta idonea a condizionare le scelte del consumatore".

Così dei due provvedimenti, entrambi del valore di 5 milioni di dollari, il Tar ne ha ritenuto valido solamente uno, di fatto dimezzando la multa che ora sarà comminata a Facebook. Una decisione che ha spaccato le opinioni, tra chi la considera una vittoria di Facebook proprio perché relativa ad un elemento sensibile come la trasmissione dei dati e chi la vede come una sentenza storica. "La sentenza di oggi è destinata a fare storia perché crea un precedente importante nella legislazione italiana" ha commentato Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo. "Va avanti la nostra battaglia per rimettere i cittadini al centro della data economy: ora il tribunale ammetta la nostra class action contro Facebook. Sono già oltre 125.000 i consumatori italiani che hanno aderito alla battaglia: rimborsi subito".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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