Volunia, restyling in attesa della presentazione ufficiale
Mancano poche settimane alla metà di giugno, quando Volunia dovrebbe terminare la sua fase di test, e per il motore di ricerca di Massimo Marchiori scatta il primo restyling, quasi esclusivamente grafico. Per chi non conosce Volunia, si tratta di un serach engine innovativo sviluppato dallo stesso informatico che ha firmato il celebre algoritmo di ricerca di Google. A differenza però di BigG e di tutti gli altri motori tradizionali, quello ideato da Marchiori è in grado di penetrare nei siti internet e creare mappe intuitive e personalizzabili dei contenuti. In questo modo il risultato della nostra ricerca non sarà un semplice elenco di link, come avviene normalmente, ma una serie di contenuti ordinati secondo schemi precisi, in modo tale da avere una panoramica più ampia delle pagine che stiamo navigando. Prima del lancio ufficiale di febbraio si era creata dietro a Volunia un'aspettativa di un certo peso; dopotutto il nome di Marchiori era di per sé una garanzia e c'era chi già fantasticava su un'ipotetica risposta italiana in grado di competere con il gigante di Mountain View. Anche la rete ha seguito con entusiasmo la presentazione di Volunia, entusiasmo che però è andato via via scemando man mano che le funzioni venivano testate. Il progetto è risultato un po' confusionario e decisamente incompleto, anche se l'idea di base rimane solida.
NUOVA VESTE GRAFICA – Con questo prima aggiornamento vengono introdotte alcune migliorie grafiche come la toolbar in alto, più piccola e con le funzioni più ordinate e la visualizzazione della mappa, ora disponibile solo in formato cartina geografica.
L'interfaccia sembra quindi semplificata e più accessibile, anche se la novità più importante rimane l'integrazione con Bing, il motore di ricerca di Microsoft, una delle carenze di cui maggiormente si erano lamentati i beta-tester di Volunia. Uno dei maggiori problemi che caratterizzava la prima versione del motore di ricerca, ovvero la struttura in frame, non è stata però corretta. In questo modo anche dopo il restyling continuano ad essere inaccessibili siti come Facebook, YouTube o Google+, che non supportano tale visualizzazione. C'è molto da lavorare quindi, nonostante i primi accorgimenti l'impressione è che il nuovo restyling convinca poco chi già si era mostrato scettico davanti alla prima versione del progetto.