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Waymo lancerà a dicembre il primo servizio di taxi senza conducente

Avverrà a Phoenix in Arizona la prima sperimentazione dei taxi senza conducente, i cosiddetti “robo-taxi” della Waymo sono stati concepiti in collaborazione con Google e promettono di diffondersi gradualmente su tutto il territorio degli Stati Uniti, in aperta competizione con Uber e Tesla Motors.
A cura di Juanne Pili
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Forse è ancora troppo presto per le auto volanti di Quinto elemento o per i tassisti robot di Atto di forza, ma il futuro dei robo-taxi è già qui, o meglio, in una cittadina americana. Come annunciato recentemente da Bloomberg Phoenix in Arizona sarà il luogo in cui verranno sperimentati per la prima volta i taxi senza tassista. Il progetto unisce assieme Waymo, Fiat Chrysler e Google, promettendo di mettersi in competizione col servizio di Uber.

L'era dei primi taxi senza conducente è vicina

Viene quindi salutata con non poco entusiasmo l’era delle prime corse a pagamento senza conducente, anche se prima che questo genere di servizio si diffonda dovremmo aspettare parecchio; le alterne sfortune della Tesla Motors valgano come monito ad ogni eccessivo ottimismo, solo nel giugno scorso aveva fatto scalpore la bocciatura della BBC alla sua auto con guida autonoma, ma la strada ormai è segnata. Del resto Waymo non sembra voglia scherzare. Il primo servizio al mondo di auto senza conducente potrebbe vedere la luce nel giro di pochi mesi, ma persino il nome del brand resta ancora un segreto, né sono stati resi pubblici i piani aziendali, quel che abbiamo al momento sono alcune indiscrezioni e una mera promessa da parte di un portavoce:

Waymo ha lavorato sulla tecnologia di guida autonoma per quasi un decennio, con la sicurezza al centro di tutto ciò che facciamo.

Waymo vs Tesla: due strategie diverse

Esiste tuttavia un programma denominato Early Rider della Waymo, si tratta di un gruppo di test, composto da 400 gruppi di fedeli utenti Waymo da almeno un anno. Solo dopo un esito positivo dell’esperimento di Phoenix la società potrà sbottonarsi maggiormente, magari con ulteriori chiarimenti riguardo al funzionamento della sua guida autonoma. La fase successiva sarà quella di diffondere nuovi programmi simili in altre località degli Stati Uniti, con una espansione che dovrà quindi essere graduale, in modo da limitare i prevedibili incidenti automobilistici, aggiornando man mano le sue mappe stradali con una attenzione particolare ai dettagli più critici per la sicurezza della guida. Si tratta di una strategia diametralmente opposta a quella adottata dalla Tesla di Elon Musk che invece mira ad una diffusione più simultanea, con un parco auto a livello nazionale. Di certo la competitività non verrà a mancare, ed è proprio questo aspetto che dovrebbe rendere più ottimisti gli osservatori di questa nuova tecnologia.

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