"Nel regno del digitale siamo tutti nudi". E' questo lo slogan provocatorio che spiega, in poche parole, il concetto alla base dell'x.pose. Un abito, una sorta di scultura interattiva, in grado di essere controllata tramite la piattaforma di microblogging più utilizzata al mondo: ogni volta che qualcuno posta un tweet menzionando l'indossatrice e utilizzando un hashtag particolare, il vestito aumenta la propria trasparenza.
X.pose è una metafora, un messaggio, un esperimento. E' il modo con il quale Xuedi Che e Pedro Oliveira – gli autori della scultura – hanno messo in scena la vulnerabilità del popolo della rete, per dimostrare che nel mondo in cui ormai tutto è condiviso sui social network, la privacy è solo un lontano miraggio: chi abusa delle piattaforme di condivisione sociale, mette a nudo – molto spesso involontariamente – la propria persona, la propria personalità.
"X.pose è un'esplorazione dell'attuale cultura di internet" – si legge sul sito ufficiale del progetto – "Una cultura nella quale gli individui sempre connessi a servizi come Facebook e Google hanno accettato, spesso molto superficialmente, di approvare la politica di questi giganti della tecnologia che utilizzano i dati personali su vasta scala".
Realizzato utilizzando una serie di display in grado di modificare la propria trasparenza, l'armatura pensata da Xuedi Che e Pedro Oliveira è animata da un sistema Arduino controllato grazie alla connessione in tempo reale con lo smartphone, nel quale un'applicazione analizzerà i dati ricevuti dai social network e deciderà il livello di trasparenza del vestito.
Gli autori del progetto non hanno dato alcuna informazione circa la reale produzione dell'x.posed, ma molto probabilmente non verrà mai venduta al pubblico. L'intento di Che e Oliveira era quello di sensibilizzare il popolo dei social network a prestare più attenzione ai contenuti che giornalmente condividono su Facebook, Google+ e Twitter. E siamo convinti che – in questo caso – il messaggio sarà recepito.