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Yahoo, gli Usa accusano due spie russe per il furto di 500 milioni di account

Secondo quanto anticipato dal Washington Post, il Dipartimento di Giustizia Usa è pronto a formalizzare l’accusa del furto di 500 milioni di account da Yahoo verso due agenti russi della Russian Federal Security Agency (FSB), Igor Suschin e Dmitry Dokuchaev.
A cura di Francesco Russo
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Secondo quanto anticipato dal Washington Post, il Dipartimento di Giustizia Usa, l'equivalente del ministero della Giustizia, è pronto a formalizzare l'accusa del furto di 500 milioni di account da Yahoo (fatto reso noto lo scorso mese di settembre e risalente al 2014) verso due agenti russi della Russian Federal Security Agency (FSB), Igor Suschin e Dmitry Dokuchaev. Sono anche coinvolti due hacker, Aleksey Belan e Karim Baratov, che erano stati coinvolti dai due agenti russi proprio per rubare gli account dai database di Yahoo. Si tratta, in questo caso, delle prime accuse per cyber-violazioni contro esponenti del governo russo e le accuse includono l'hackeraggio, la frode telematica, il furto di secreti commerciali e lo spionaggio economico.

Le accuse non sono legate all'hackeraggio subito dal comitato democratico (Dnc) e alle indagini dell'Fbi sulle interferenze russe nella campagna elettorale presidenziale dello scorso anno. Ma la mossa, sottolinea il Washington Post, riflette la crescente volontà dell'amministrazione americana di considerare responsabili i governi stranieri per le violazioni a livello cyber. Gli Usa non hanno un trattato di estradizione con la Russia, ma misure come le incriminazioni e le sanzioni possono essere un deterrente efficace.

Il database di Yahoo fu violato in due occasioni nel periodo tra l'agosto del 2013 e poi di nuovo verso la fine del 2014. Dal furto furono prelevato centinaia di milioni di account. Solo la violazione del 2014 portò al furto di 500 milioni di account. Come conseguenza diretta, molti cominciarono a ritenere responsabile il CEO di Yahoo, Marissa Mayer, colpevole di non aver investito abbastanza in questi anni per evitare il verificarsi di simili episodi. La stessa Mayer ha poi riconosciuto l'errore mettendo a disposizione l'intero stipendio del 2016, bonus compresi.

A complicare la vicenda della violazione fu il fatto che il furto venne reso noto solo dopo l'interesse di Verizon ad acquisire Yahoo per una cifra attorno ai 4 miliardi di dollari, tant'è che lo stesso colosso aveva manifestato l'intenzione di abbassare il prezzo di 350 milioni di dollari. Intanto, il processo di acquisizione è andato avanti e l'attuale CEO percepirà, nonostante tutto, una buona uscita di 23 milioni di dollari.

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