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Zuckerberg contro Obama per la privacy online

Il fondatore di Facebook si dichiara “confuso e frustrato” dalle vicende relative al Datagate e da come l’amministrazione Obama stia lavorando a rilento sulla questione: “tocca a noi costruire l’Internet che vogliamo. Possiamo costruire uno spazio più sicuro e mi impegnerò affinché possa essere così”
A cura di Dario Caliendo
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Con uno stato pubblicato tramite il suo profilo ufficiale, il padre di Facebook ha espresso tutto il suo timore circa modalità con le quali l'amministrazione Obama sta gestendo la delicata questione della privacy online: "Facebook vuole un web che possa essere un'opportunità" – scrive Zuck – "e non una fonte di timore per le persone".

L'intervento del tycoon più giovane al mondo è palesemente un modo per mettere le mani avanti (cercando, in un certo senso, anche di eliminare l'idea che ormai si sono fatti gli utenti di tutto il mondo circa la privacy sul social network) e puntare il dito contro il modo in cui gli Stati Uniti d'America hanno lavorato negli ultimi anni in merito alla privacy in rete e soprattutto dopo lo scandalo Datagate.

Il tentativo del creatore di Facebook non è di certo quello di responsabilizzare Obama, ma porre dei paletti ben precisi alle richieste dell'NSA ed evidenzia come, con un Governo non in grado di risolvere il problema in tempi brevi, quello di costruire un web sicuro sia il compito delle aziende stesse che rappresentano il cuore della rete:  "Ho chiamato il presidente Obama per esprimere la mia frustrazione per il danno che il governo sta creando per il nostro futuro" – spiega Zuckerberg – "Purtroppo, sembra che ci vorrà molto tempo per una vera riforma completa  […] Tocca a noi, a tutti noi, costruire l’Internet che vogliamo. Insieme, possiamo costruire uno spazio che possa essere più grande […] ma anche più sicuro. Mi impegnerò affinché così possa essere e potete star certi che Facebook farà la propria parte."

"Il governo USA dovrebbe essere il campione di Internet, non un pericolo. Dovrebbe essere molto più trasparente circa quel che fanno, o altrimenti la gente penserà al peggio". Insomma, a quanto pare Facebook ha deciso di non essere collaborativo e di non rispondere alle richieste dell'NSA, chiedendo pubblicamente al Governo degli Stati Uniti di fare un passo indietro.

CONFUSIONE E FRUSTRAZIONE – "Il mondo sta diventando sempre più complesso, ed i conflitti tra i Governi sono in forte aumento" – aggiunge Zuck – "mai come in questi tempi, la fiducia nei confronti della rete è essenziale. Internet è il nostro spazio condiviso. Ci dà voce, rendendoci più forti e sicuri. Ed il nostro compito è quello di mantenerlo sicuro. Ma sono molto confuso e frustrato  […] Per mantenere viva la forza di Internet, dobbiamo mantenerlo sicuro. È per questo che Facebook spende molte delle proprie energie per rendere i propri servizi sempre più sicuri  […] Quando i nostri ingegneri lavorano instancabilmente per migliorare la sicurezza, immaginiamo di proteggere gli utenti dai criminali, non dal nostro Governo".

Supportato da centinaia di "mi piace", con il suo post su Facebook Zuckerberg ha ufficialmente dato vita ad una campagna molto simile a quella fondata da tempo da Tim Berners Lee, che vuole un concetto di Web molto più esteso di quello attuale, privo di confini nazionalistici, nel quale istituzioni come la NSA possano ritornare ad essere semplici strumenti di sicurezza, senza invadere spazi e servizi da tutti già considerati sicuri e garantiti.

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