Zuckerberg: “L’idea che le bufale su Facebook abbiano influenzato il voto Usa è folle”
A distanza di qualche giorno dall'Election Day che ha decretato il tycoon Donald Trump come il 45° Presidente degli Stati Uniti d'America, tiene ancora banco la discussione su quanto i social media abbiano inciso sull'esito finale. E nello specifico è soprattutto Facebook ad essere stato preso di mira, con l'idea che fossero state proprio le discussione e le notizie (spesso false) sul più grande social network ad influenzare l'elettorato americano. Al centro delle discussioni ci sono proprio le notizie fake, quelle false, fatte girare sul social network allo scopo di orientare gli elettori americani a votare per Trump. Un'ipotesi che lo stesso fondatore e CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, in occasione della sua partecipazione a Techonomy16, ha definito, senza mezzi termini, "piuttosto folle".
Ad essere al centro delle discussioni che sono seguite immediatamente dopo l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca è stato subito Facebook, per il fatto di aver contribuito a mettere in evidenza sul "news-feed" notizie fake, completamente false, ma che, proprio per il fatto di essere state sempre evidenziate in alto sulla home del social network, avrebbero finito per influenzare l'elettorato americano. Questa, in sintesi, l'idea che è montata in questi giorni. Altra motivazione che pone al centro delle discussioni Facebook, è che Facebook per molti americani è la fonte principiale di informazione, più della televisione.
Un'idea che lo stesso Zuckerberg, intervenendo alla conferenza Techonomy16, ha definito "piuttosto folle": "L'idea che false notizie pubblicate su Facebook abbiano influenzato in qualche modo le elezioni presidenziali è piuttosto folle", ha dichiarato Zuckerberg rispondendo alla domanda del giornalista David Kirkpatrick. "Le persone sono intelligenti e sanno riconoscere bene cosa è davvero importante per loro e prendono decisioni in base alla loro vita vissuta", ha poi proseguito Zuckerberg.
Alcune notizie fake riguardavano l’endorsement del Papa a Trump e l’arresto di Hillary Clinton per le accuse relative al suo server di posta elettronica privato.
Non è la prima volta che si parla di Facebook relativamente all'elezione del presidente degli Usa quest'anno. All'inizio dell'anno Facebook era stato accusato di essere anti-Trump poiché nella sessione "trending stories" (per il momento visualizzabile sono negli Usa) comparivano soltanto notizie pro-democratici. E così il gruppo di persone che si occupavano delle "storie più lette" è stato licenziato in tronco e sostituito da un algoritmo. Molte notizie prima considerate delle bufale sono finite nella lista di quelle più lette perché seguite da un gran numero di utenti. Quello che sta cercando di fare Facebook è quindi d rendere "più umana", e meno automatica, la gestione delle notizie sul News Feed del social network.