Nella già caotica situazione in cui si trova Facebook, la scorsa settimana una dichiarazione di Tim Cook, attuale CEO di Apple, aveva contribuito a gettare ancora più benzina sul fuoco. Durante un'intervista, infatti, Cook aveva semplicemente spiegato che se lui fosse stato nei panni Zuckerberg, non si sarebbe trovato in questa situazione drammatica causata dallo scandalo di Cambridge Analytica. Uno schiaffo che il fondatore e CEO di Facebook ha deciso di non lasciare impunito e al quale ha risposto nel corso di un'intervista rilasciata alla testata americana Vox.
"Trovo le sue argomentazioni, cioè il fatto che se gli utenti non pagano qualcosa allora noi non li abbiamo a cuore, estremamente superficiali e non allineate con la realtà dei fatti. " ha risposto Zuckerberg. "Un modello di business basato sulla pubblicità è l'unico modello razionale in grado di supportare questo servizio e consentirgli di raggiungere le persone. Se vuoi costruire un servizio che non è dedicato solo alle persone ricche, devi realizzare qualcosa che le persone possono permettersi. A Facebook, siamo un'azienda che lavora duramente per chiedervi poco e offrire un servizio gratuito che tutti possono utilizzare. Non penso che questo significhi che non abbiamo a cuore le persone".
Infine, durante l'intervista Zuckerberg ha restituito il favore a Cook lanciando un suo affondo all'azienda di Cupertino, accusata di essere una realtà per pochi ricchi a cui importa poco delle persone. "Al contrario, penso che sia importante non avere la sindrome di Stoccolma e lasciare che le aziende che lavorano duramente per prendervi più soldi vi convincano che ci tengono di più a voi. Questo mi sembra ridicolo".
"Anni per risolvere i problemi di Facebook"
La lunga intervista rilasciata a Vox, però, non è servita solo a rispondere alle critiche di Cook. Zuckerberg si trova comunque in una situazione complessa e sta cercando in tutti i modi di trovare una soluzione che possa rimettere in carreggiata il suo colosso da oltre 2 miliardi di utenti. "Riusciremo a risolvere i problemi di Facebook" ha spiegato durante l'intervista. "Ma ci vorranno un po' di anni". Già, perché tra fake news, interferenze esterne e analisi dei dati degli utenti, il social ha ormai una quantità enorme di problemi che negli ultimi tempi ha faticato a gestire, ma che ora dovrà per forza di cose risolvere per poter sopravvivere.
Fact-checking su foto e video: si parte dalla Francia
Il primo grande passo annunciato dal gigante di Menlo Park è una funzione di fact-checking sviluppata in collaborazione con l'agenzia francese France Presse, in seguito allargata anche in altri paesi. Il social non ha specificato quale tipologia di foto e video passerà sotto la lente di ingrandimento, ma con molta probabilità si tratterà di quei contenuti manipolati riguardanti politica o notizie di cronaca. Un approccio fondamentale proprio in virtù del fatto che fino ad oggi questa tipologia di contenuti era più difficile da analizzare e intercettare e che portava alla diffusione di un grande quantitativo di fake news.