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Opinioni

L’apologia del fascismo è reato, ma non su Facebook: ecco perché

Su Facebook innumerevoli pagine apologetiche del fascismo condividono quotidianamente elementi di fatto vietati dalla legge italiana. Ma non dalle regole del social network.
A cura di Marco Paretti
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Proteggere la libertà di pensiero mantenendo un difficile equilibrio con le posizioni più estreme, contrastare l'odio senza cadere nella censura. Sono problematiche che affliggono il web da anni e che l'avvento dei social network non ha fatto altro che mettere sotto la lente d'ingrandimento. Certo, ci sono leggi, regole e morali, ma spesso non bastano per impedire a determinati contenuti di apparire all'interno di piattaforma come Facebook. Un esempio? Le innumerevoli pagine apologetiche nei confronti del fascismo che condividono quotidianamente elementi di fatto vietati dalla legge italiana. Ma non dalle regole di Facebook.

A fornire uno sguardo più ampio su questo fenomeno è l'ANPI, l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, e la sua recente ricerca sulle pagine legate all'estrema destra italiana. Uno studio che ha dimostrato come, su 2.700 pagine legate ai gruppi estremisti, circa 300 portino di fatto avanti una chiara apologia del fascismo. Dalla mappa interattiva realizzata dall'ANPI emergono tre cluster principali, cioè quello di Casa Pound, Forza Nuova e le varie pagine legate a Movimento Idea Sociale. Tra queste, però, si celano anche pagine che inneggiano in maniera anche piuttosto esplicita al fascismo. Che restano attive, così come restano visibili i loro contenuti.

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Lo studio dell'associazione, parte della proposta "Per uno Stato pienamente antifascista" presentata al Presidente della Repubblica un anno fa, sottolinea "la situazione di grave carenza delle Istituzioni di fronte a un fenomeno che appare sempre più in contrasto con l’indirizzo democratico e antifascista della Costituzione" spiega a La Stampa Gianfranco Pagliarulo, direttore responsabile di Patria Indipendente. Ma anche un problema che riguarda lo stesso social network, che solo in rari casi si muove per censurare pagine fasciste che vanno contro la legge.

Dalla ricerca dell'ANPI, effettuata mettendo a confronto Mi piace, fan, interazioni e page rank, emerge che le pagine legate all'estremismo di destra sono 2.700, tutte (o quasi) legate a diversi gruppi più grandi: Casa Pound (637), Forza Nuova (690), Pagine di nostalgia e memoria (453), gruppi musicali (114) e Movimento Idea Sociale (95). Circa 300 di queste sono apologetiche e quindi vietate dalla legge n. 645/195 2, o legge Scelba. Una normativa esistente solo in Italia e non presa in considerazione da Facebook all'interno dei suoi standard per la comunità. In breve, Facebook non considera questi contenuti automaticamente da censurare, ma si riserva di farlo solo in caso di una richiesta da parte della Polizia e solo dopo verifiche interne.

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"La comunità di Facebook è composta da oltre 1,7 miliardi di persone, con nazionalità e culture diverse: per questo motivo era necessario adottare degli standard della comunità che potessero valere in ogni Paese" spiega Laura Bononcini, Head of Policy di Facebook in Italia. "Ogni segnalazione di contenuti in contrasto con la nostra policy viene esaminata da persone fisiche e non robot. Da poco abbiamo firmato un protocollo d’intesa con Google e Twitter per rafforzare le nostre policy e porre più attenzione su argomenti delicati come hate speech e discriminazione razziale". Il problema quindi è che l’apologia del fascismo, pur essendo un reato in Italia, non è compresa nella regole di Facebook perché la legge che la vieta è "limitata" al solo paese italiano.

Cosa fare, quindi, per far sì che Facebook provveda ad eliminare le pagine e i contenuti incriminati? "È consigliabile segnalare quei contenuti alla Polizia Postale o all’UNAR , l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale, con cui collaboriamo proficuamente da tempo" continua la Bononcini. "Dopo una loro verifica, Facebook avvierà la rimozione di tali contenuti e pagine". Nel caso della segnalazione all'UNAR è possibile farla attraverso un form presente sul sito ufficiale, oppure telefonando al numero verde 800 90 10 10. "Nel caso dei contenuti apologetici" spiega Roberto Bortone dell’UNAR, "una volta che riceviamo le segnalazioni, avvertiamo Facebook Italia che poi procederà a una valutazione non solo del contenuto, ma della pagina nel suo complesso".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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