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Yahoo mostrava le email degli utenti al governo Usa, Snowden: “Cancellate gli account”

In seguito al furto di circa mezzo miliardo di dati relativi agli utenti, l’azienda guidata da Merissa Mayer è tornata nuovamente sotto i riflettori per la notizia secondo la quale Yahoo avrebbe consentito l’accesso alle email private degli utenti ai servizi segreti americani.
A cura di Marco Paretti
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Se già la situazione non era rosea per Yahoo, nel corso dell'ultima settimana è diventata completamente nera. In seguito al furto di circa mezzo miliardo di dati relativi agli utenti nel corso di un attacco hacker, l'azienda guidata da Merissa Mayer è tornata nuovamente sotto i riflettori per la notizia diffusa da Reuters secondo la quale Yahoo avrebbe consentito l'accesso alle email private degli utenti ai servizi segreti americani. Dall'Fbi all'Nsa, gli 007 avrebbero quindi avuto accesso a centinaia di milioni di messaggi senza che i proprietari fossero a conoscenza dell'intrusione.

Un duro colpo per l'azienda, già criticata per non aver rivelato la fuga di notizie avvenuta nel 2014 a danno di 500 milioni di account e in una fase critica di vendita a Verizon. Persino Edward Snowden, che per primo aveva criticato Yahoo per il suo comportamento poco trasparente, ha twittato nuovamente contro l'azienda: "Utilizzi Yahoo? Scansionano segretamente tutto ciò che scrivi, molto oltre i limiti richiesti dalla legge. Chiudi il tuo account oggi". Secondo le ultime informazioni divulgate da Reuters, Yahoo avrebbe realizzato per le agenzie americane un software in grado di scandagliare tutti i messaggi inviati e ricevuti dagli account Yahoo.

La fonte sarebbero due ex dipendenti dell'azienda americana e una terza figura a conoscenza di questa pratica, nata da una richiesta dei federali che in questo modo hanno avuto accesso a centinaia di milioni di messaggi privati. Uno scenario che ricorda in tutto e per tutto un sistema di sorveglianza di massa al quale Yahoo sarebbe stata la prima azienda a piegarsi, fornendo accesso illimitato e non temporaneo al suo servizio di posta, senza limitarsi a singoli account sotto indagine. Cosa cercassero effettivamente le autorità resta un mistero; l'unico dettaglio trapelato è che avevano la possibilità di cercare intere frasi, parola per parola, all'interno della corrispondenza digitale.

La scelta di piegarsi alle autorità federali è arrivata direttamente dalla Mayer, CEO dell'azienda dal 2012 e spesso criticata per le sue scelte. Tra cui figura, appunto, la decisione di acconsentire alle indagini prolungate che avrebbe innervosito diversi dirigenti al punto da spingerli ad andarsene dall'azienda, come nel caso dell'ex Chief Information Security Officer Alex Stamos, ora in Facebook. La realtà californiana ha risposto alle accuse con una breve nota nella quale spiega che "Yahoo è una società di diritto e rispetta le leggi degli Stati Uniti".

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Giornalista dal 2002 specializzato in nuove tecnologie, intrattenimento digitale e social media, con esperienze nella cronaca, nella produzione cinematografica e nella conduzione radiofonica. Caposervizio Innovazione di Fanpage.it.
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