1 Terabit al secondo, la connessione iper veloce ora è realtà
Dopo che negli ultimi mesi non abbiamo fatto altro che riportare statistiche, report e indagini di istituti nazionali ed internazionali, tutti concordi nel catalogare l'Italia come fanalino di coda nello sviluppo delle nuove reti, apprendere del progetto della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa che è riuscita a realizzare una rete superveloce in grado di trasferire 1 Terabit di dati al secondo in effetti fa un po' sorridere e soprattutto sperare. Ciò che manca al nostro Paese è una classe politica moderna in grado di traghettare la nostra nazione verso i nuovi mercati, non certo il know how e le competenze scientifiche per innovare ed inventare. La dimostrazione, in un paese come il nostro dove ci sono ancora zone non coperte da un segnale ADSL base, figuriamoci una super connessione, è il pregevole lavoro portato avanti dall’Istituto di Tecnologie della Comunicazione dell’Informazione e della Percezione, autore di una delle reti più veloci finora realizzate.
Per dare un'idea di cosa voglia dire una velocità del genere, basti pensare che con questa nuova rete sarà possibile in un solo secondo scaricare “300 film ad alta definizione, 30000 film in qualità standard, gestire 500.000 collegamenti ADSL a 20 Megabit/s oppure 120 milioni di videochiamate o due miliardi di telefonate standard”. La nuova rete è stata realizzata in collaborazione con il Laboratorio Nazionale di Reti Fotoniche del Cnit (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) e con la multinazionale Ericsson, ed è stata presentata ufficialmente all'Optical Fiber Communication Conference annd Exposition and the National Fiber Optic Engineers Conference di Los Angeles. Il progetto però non è stato realizzato fisicamente in Italia ma in Spagna, su un segmento della rete del gruppo Telefonica.
Naturalmente i tempi per un'applicazione in grande scala sono abbastanza lontani, ma di certo questo traguardo rappresenta un risultato di eccellenza non solo per la tecnologia italiana ma anche per quanti ancora sono in attesa che il nostro Paese implementi le proprie infrastrutture e si rimetta al passo con i partner europei. Con una novità del genere, c'è da ben sperare.