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11 milioni di utenti Facebook sono stati bombardati da annunci pro-Brexit, i responsabili restano ignoti

Secondo la società di pubbliche relazioni 89up un gruppo i cui membri restano ancora segreti starebbe investendo ingenti somme su Facebook, coinvolgendo 11 milioni di utenti, bombardandoli di post pubblicitari pro-Brexit, questo in aperta violazione del GDPR, con la possibilità di accedere a milioni di indirizzi eMail.
A cura di Juanne Pili
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Esisterebbe un gruppo costituito da personaggi ancora ignoti che starebbe bombardando 11 milioni di utenti Facebook con annunci pubblicitari pro-brexit. Nei post si invitano le persone a fare pressioni sui deputati inglesi, raccogliendo già che ci sono i loro indirizzi eMail. Come avevamo trattato riguardo allo scandalo di Cambridge Analytica (oggi Emerdata), Facebook ha avuto un bel da fare per ricostruirsi una affidabilità di fronte ai suoi utenti. Recentemente degli annunci per far fronte al problema dell’uso imporprio dei dati personali ci sono stati – specialmente durante importanti elezioni – ma la strada è ancora irta di pericoli. A dimostrazione di questo il social di Zuckerberg ha un nuovo grattacapo di cui occuparsi, in concomitanza con la Brexit e le tensioni che una eventuale uscita del Regno Unito dall’Ue già comportano.

Una sofisticata campagna pubblicitaria

La scoperta di queste operazioni poco trasparenti attraverso Facebook è stata effettuata dall’agenzia di pubbliche relazioni 89up, la quale a onor del vero conta tra i suoi clienti “Best for Britain”, la campagna rivale che non vuole l’uscita dall’Europa.

“Abbiamo un esempio di un'organizzazione chiaramente sofisticata che spende molti soldi per una campagna politica, e non abbiamo assolutamente idea di chi ci sia dietro” – ha affermato Damian Collins, presidente della commissione DCMS – “Le uniche persone che sanno chi paga per questi annunci è Facebook."

Al momento il sito incriminato è “Mainstream Network”, il quale sarebbe stato lanciato nel dicembre 2017, pubblica solitamente brevi post in favore della Brexit, prevalentemente si tratta di mere rielaborazioni di estratti presi dalle agenzie di stampa. Il sito nel momento in cui scriviamo non fornisce alcuna informazione sui suoi autori, né risulta alcuna società di riferimento regolarmente registrata nel Regno Unito.

Gli account gonfiati su Twitter e Facebook

Se diamo un’occhiata ai profili social di Mainstream Network il numero di iscritti è notevolmente basso: 471 su Twitter e 12.000 su Facebook. Anche in questo caso non abbiamo modo di sapere chi c’è dietro. Eppure, stando a quanto riporta 89up, il sito sarebbe al centro di investitimenti ingenti, al fine di promuovere i suoi post su Facebook. Curioso per dei profili con così pochi follower. Si stima una spesa di 257.000 sterline in poco più di 10 mesi. I 20 post più popolari conterebbero 140.000 interazioni (tra like, commenti e condivisioni). Solo la pagina Facebook ha raggiunto almeno 11 milioni di persone. Si tratta di cifre che è difficile non considerare gonfiate. Si tratterebbe di una sofisticata campagna pubblicitaria, tale da far pensare che siano stati carpiti milioni di dati personali degli utenti Facebook, una falla di cui gli amministratori del social network dovranno rispondere, se i dati di 89up verranno ulteriormente confermati.

Una nuova violazione del GDPR

Siamo di fronte ad una vera e propria violazione del tanto acclamato GDPR, con utenti che dai post vengono reindirizzati nel sito Mainstream Network, e la possibilità di accumulare milioni di indirizzi eMail di potenziali elettori pro-Brexit. Questa nuova falla nella protezione dei dati giunge a pochi giorni dalla pubblicazione delle nuove norme di Facebook sugli annunci politici nel Regno Unito. Non sembra proprio un bel esordio.

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