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20 anni di Final Fantasy X: perché è importante ricordare la romantica epopea di Yuna e Tidus

Un anniversario da ricordare, perché in Final Fantasy X c’è l’esaltazione dell’amicizia sì, ma ancor più dell’amore; c’è l’intrigo politico; c’è la riflessione sull’aldilà, sul potere della religione; c’è l’intreccio composto da singole storie che in maniera delicata e profonda confluiscono in un’unica grande avventura dal finale struggente.
A cura di Lorena Rao
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Vent’anni fa aveva inizio il pellegrinaggio della invocatrice Yuna per salvare il mondo di Spira dal peccato, ossia un essere mostruoso chiamato Sin che tutto travolge. Emblematica, in questo viaggio, è la scena ambientata tra le rovine della città di Zanarkand, in cui la fanciulla e i suoi sei guardiani, tra cui il ribelle Tidus, si riuniscono attorno a un falò per rendere indelebile una volta per tutte la loro storia.

Difficile riassumere la profonda sceneggiatura di Final Fantasy X in poche righe, ma queste dovrebbero essere sufficienti per esprimere la grande importanza che la decima fantasia finale ricopre all’interno della serie JRPG (Japanese Role-Playing Game) creata ormai parecchi anni fa da Hironobu Sakaguchi. In Final Fantasy X c’è l’esaltazione dell’amicizia sì, ma ancor più dell’amore; c’è l’intrigo politico; c’è la riflessione sull’aldilà, sul potere della religione; c’è l’intreccio composto da singole storie che in maniera delicata e profonda confluiscono in un’unica grande avventura dal finale struggente. Non a caso Final Fantasy X è il primo capitolo della serie ad aver avuto un sequel diretto per accontentare i numerosi fan di Yuna e Tidus.

A rendere potente la storia narrata da Final Fantasy X è anche il momento storico in cui è uscito, che rappresenta tante prime volte per la serie, oltra al sequel sopramenzionato. Il decimo capitolo è infatti il primo a esordire su PlayStation 2. È il primo a essere realizzato interamente in 3D. È anche il primo a ricorrere al doppiaggio integrale dei personaggi e al Facial Motion System: due rivoluzioni tecniche che hanno avuto il merito di rendere umani e vicini non solo i protagonisti, ma anche gli antagonisti. In questo modo le risate tra Yuna e Tidus a Luka dopo il torneo di Blitzball o lo sguardo bramoso di Seymour sull’invocatrice vestita da sposa assumono tutto un altro significato. E che dire del celebre bacio nelle acque del lago di Macalania, tra le note di Suteki Da Ne? Perché Final Fantasy X è un costante turbinio di emozioni, supportato da un sistema di gioco inedito per i tempi: anche in questo caso, per la prima volta, la serie abbandona il caratteristico sistema di combattimento basato sulla barra ATB (Active Time Battle) per una modalità a turni, che strizza fortemente l’occhio alla tattica e alla strategia, detta CTB (Conditional Turn Based).

Per tutti questi motivi – e anche di più – Final Fantasy X non è solo uno dei capitoli più apprezzati della serie, ma è anche uno dei JRPG più importanti nella storia del videogioco. Non a caso, tra i voti spietati della piattaforma Metacritic, Final Fantasy X presenta a distanza di vent’anni una votazione pari a 92/100 e la sigla “must play”. Un titolo obbligatorio per chi adora i videogiochi, perché l’opera che vede l’unione della genialità e creatività di Yoshinori Kitase, Yusuke Naora, Kazushige Nojima e Nobuo Uematsu resta una delle esperienze più potenti nella storia del medium. Quest’oggi si celebra il suo esordio sul mercato giapponese: un primo tassello che negli anni a seguire conquisterà il resto del mondo, con 8 milioni di copie vendute. Per chi non ha avuto la fortuna di giocarci vent’anni fa, Final Fantasy X è disponibile in una rimasterizzazione in HD,  in compagnia del sequel Final Fantasy X-2.

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